L’Osce indagherà sulle deportazioni di bambini ucraini da parte della Russia
Anche l'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, indagherà sui bambini ucraini deportati in Russia dopo l'invasione di Mosca. L'annuncio è stato dato dai 45 stati membri, in consultazione con Kiev: l'inchiesta partirà dalle denunce relative al trasferimento forzato dei minori.
Il compito, ha spiegato la rappresentante tedesca presso l'organizzazione, Gesa Braeutigam, verrà svolto da "una missione di esperti". Le informazioni raccolte verranno quindi consegnate ai "meccanismi responsabili competenti" nonché a corti e tribunali nazionali, regionali o internazionali.
"Continuiamo a nutrire preoccupazione per le violazioni del diritto umanitario internazionale nel quadro della guerra di aggressione su vasta scala della Russia contro l'Ucraina, in particolare per quanto riguarda il trasferimento forzato e la deportazione di bambini da parte della Federazione Russa", ha sottolineato.
Il ministero degli Esteri francese, che ha invocato l'intervento dell'Osce insieme agli altri stati membri, ha affermato che l’iniziativa è stata presa “a causa dell’impatto estremamente grave dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina sulla popolazione civile ucraina e in particolare sui bambini”.
Proprio in merito alla deportazione dei bambini ucraini, l'Onu ha istituito una Commissione indipendente mentre la Corte penale internazionale dell’Aja lo scorso 17 marzo ha emesso contro Vladimir Putin un mandato di arresto. Il presidente russo è accusato dall'Aja di deportazione illegale di bambini.