Los Angeles in fiamme, gli incendi causano 2 morti e decine di migliaia di evacuati
È di almeno due morti e decine di feriti il bilancio, ancora provvisorio, dei quattro incendi divampati, con scene apocalittiche, attorno alla città di Los Angeles, in California. Circa 80mila persone hanno dovuto lasciare le proprie case e oltre 50mila devono essere pronte a farlo nel caso la situazione peggiori. Più di mille abitazioni, negozi, ristoranti sono andati distrutti e 30mila sono a rischio, mentre le fiamme restano indomabili a causa della tempesta di vento più violenta dell'ultimo decennio.
Los Angeles si è svegliata sferzata da raffiche intense, che in alcune zone hanno raggiunto i 160 chilometri orari, sovrastata da un cielo rosso per le fiamme e da una colonna nera visibile anche a chilometri dalla costa. In questo quadro più di 1.400 vigili del fuoco sono incessantemente al lavoro per cercare di limitare i danni contenendo, almeno minimamente, il fronte del fuoco. Il primo incendio, in tarda mattinata, è scoppiato nel ricco quartiere di Pacific Palisades, sulle alture a Nord-Ovest della città. Poi nelle ore successive sono divampati roghi anche ad Altadena, Pasadena, nel quartiere di Sylmar e nella zona di Tamarack.
I Vigili del Fuoco: "Gli incendi aumentano, non riusciamo a contenerli"
"Gli incendi crescono e sono allo 0% del contenimento. Tutti gli abitanti della contea sono in pericolo", ha dichiarato in conferenza stampa il capo dei vigili del fuoco della Contea di Los Angeles, Anthony C. Marrone, sottolineando che secondo il servizio meteorologico nazionale le raffiche di vento che interessano la regione continueranno a soffiare rendendo il lavoro dei pompieri ancor più difficile.
Descrivendo gli incendi come "senza precedenti", il governatore della California, Gavin Newsom, ha affermato che "funzionari di emergenza, vigili del fuoco e soccorritori sono tutti sul ponte durante la notte per fare tutto il possibile per proteggere le vite". I vigili del fuoco locali hanno affermato di essere impegnati su tre distinti incendi di grandi dimensioni, che complessivamente coprono circa 4.500 acri di terreno. Quanto alle cause dei roghi, come spiega il NY Times è ancora troppo presto per conoscerle, ma molto probabilmente gli investigatori verificheranno se siano state coinvolte linee elettriche.
Trump incolpa il governatore della California
In questo scenario di emergenza Donald Trump ha deciso di attaccare il governatore della California, Gavin Newsom, ribattezzato con il nomignolo Gavin ‘Newscum'. In un post su Truth, il presidente eletto sostiene che Newsom "si è rifiutato di firmare la dichiarazione di ripristino delle acque presentatagli, che avrebbe consentito a milioni di galloni di acqua, derivanti da pioggia eccessiva e scioglimento della neve dal Nord, di fluire ogni giorno in molte parti della California, comprese le aree che stanno attualmente bruciando in modo praticamente apocalittico".
Trump afferma che Newsom "voleva proteggere un pesce sostanzialmente inutile chiamato smelt, dandogli meno acqua (non ha funzionato!), ma non gli importava della gente della California. Ora si sta pagando il prezzo più alto. Chiederò a questo governatore incompetente di consentire che acqua bella, pulita e fresca possa fluire in California! La colpa è sua. Oltre a tutto questo, niente acqua per gli idranti, niente aerei antincendio. Un vero disastro!", conclude il tycoon.