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Guerra in Ucraina

“L’operazione Kursk è un successo che non contribuirà alla pace”: parla l’ex advisor militare dell’Ucraina

L’intervista di Fanpage.it al colonnello delle forze speciali Usa Liam Collins, che ha contribuito al rinnovamento delle forze armate di Kyiv: “L’attacco costringerà la Russia a cambiare i suoi piani e potrebbe fiaccarne la volontà bellica, ma per ora non ci sono negoziati in vista”. L’offensiva “sarà limitata nel tempo”. E la centrale nucleare di Kursk “non è un obiettivo”.
A cura di Riccardo Amati
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“Meglio tardi che mai: ora i russi dovranno cambiare strategia e difendere i loro confini”: erano più due anni che l’ex advisor militare di Kyiv Liam Collins predicava la necessità di un attacco ucraino oltre confine. Ritiene che l’operazione in corso sarà limitata nel tempo e che non sia stata pensata per dare più forza a Zelensky a un tavolo per la pace. “Non vedo nessuna possibilità negoziale, al momento. La guerra sarà ancora molto lunga”, dice Collins a Fanpage.it.

“Ma la mossa del generale Syrsky è stata intelligente e potrebbe finire per fiaccare la Russia, che da ora in poi dovrà pensare anche a proteggere il suo territorio e non solo a devastare quello altrui”. Una situazione nuova destinata a incrinare la stessa volontà bellica di Mosca

Liam Collins, ex colonnello delle forze speciali Usa con alle spalle missioni operative multiple in Kossovo, Bosnia, Iraq, Afghanistan Sud America e Corno d’Africa, è stato direttore del Modern War Institute dell’Accademia militare di West Point e ha insegnato all’Università di Princeton. Dal 2016 al 2018 è stato advisor del ministero della Difesa di Kyiv. Ha contribuito in modo diretto e determinante al rinnovamento delle forze armate ucraine. Ne conosce qualità e difetti.

Liam Collins, ex colonnello delle forze speciali Usa, dal 2016 al 2018 è stato advisor del ministero della Difesa di Kyiv
Liam Collins, ex colonnello delle forze speciali Usa, dal 2016 al 2018 è stato advisor del ministero della Difesa di Kyiv

Colonnello, qual è il significato tattico dell’attacco ucraino nella regione russa di Kursk?

Il successo tattico dell’operazione consiste nell’aver attaccato il territorio russo in aree in cui la difesa era scarsa. Prima di questa offensiva, la Russia non aveva mai ritenuto necessario fortificare il proprio confine. Perché contava sull’autolimitazione di Kyiv. O meglio, sulle limitazioni imposte a Kyiv dall’Occidente. Così aveva concentrato tutta la sua potenza di fuoco solo all’interno dell’Ucraina invasa. L’attacco nella oblast di Kursk ora obbliga le forze armate di Putin a difendere posizioni rivelatesi molto deboli, riposizionando le proprie forze in Russia per proteggere i confini.

Però anziché spostare le truppe nei territori patri invasi, i russi continuano ad avanzare nel Donbass: la cittadina di Pokrovsk sta per cadere, a giudicare dall’ordine di evacuazione impartito dal governo di Zelensky. Non è che l’offensiva oltre-confine sia più rischiosa che altro, per l’Ucraina?

C’è sempre un rischio quando si cerca di mantenere una linea difensiva mentre si impiegano forze altrove. È probabile che l'Ucraina stia correndo un pericolo a breve termine, ma vede un vantaggio a lungo termine: costringere la Russia a spostare parte delle sue forze altrove, migliorando così la propria capacità difensiva generale. Certamente è rischioso, poiché truppe che potrebbero difendere la linea sono invece impegnate in attacchi su un nuovo fronte. Ma questo è il modo in cui si combatte in una guerra: valutando i rischi, spostando le truppe e cercando di riprendere l’iniziativa.

Molti osservatori ritengono che uno degli obiettivi degli ucraini, se non il maggiore, sia la conquista della centrale nucleare di Kursk. Hanno ragione?

No. Non credo proprio che la centrale nucleare sia un obiettivo.

Troppo lontana dall’attuale zona di operazione?

Non è questo il punto. È che la centrale di Kursk è secondaria rispetto alla realtà di questo conflitto. Si sta combattendo una guerra di manovra. In questo caso, una guerra di sfinimento. L'Ucraina cerca di logorare i russi, sapendo che non ha la forza necessaria per costringerli a ritirarsi dall'Ucraina, dato che la Russia ha una massa troppo grande di uomini e mezzi. L'obiettivo è quindi di dare all'Ucraina l'iniziativa e infliggere alla Russia un costo tale da far diventare, col tempo, troppo doloroso per Mosca continuare la guerra.

Ma gli ucraini cercheranno di tenere tutte le posizioni conquistate in territorio russo? E hanno la capacità tattica e logistica per poterlo eventualmente fare?

Non credo che l'intenzione sia quella di mantenere tutte le posizioni a lungo termine. Si tratta di un’azione limitata nel tempo. L'idea è di riprendere l'iniziativa e non lasciarla nelle mani dei russi. Ma non mi aspetto che la strategia attuata con questa operazione possa esser perseguita senza limiti temporali.

Le difese russe nella regione di Kursk si sono rivelate praticamente inesistenti. Perché?

Fin dall’inizio, quando l'Occidente ha fornito armi all'Ucraina, sono state imposte limitazioni mai viste prima, nella storia militare. Di solito, quando un Paese ne sostiene un altro, non si impongono restrizioni su come utilizzare le armi. Ma all'Ucraina è stato detto che poteva usarle solo per difendersi entro i propri confini. Questo ha comportato enormi distruzioni sul territorio ucraino. I limiti imposti a Kyiv hanno ovviamente giocato a favore della Russia. Che ha di conseguenza ritenuto impossibile ogni attacco sul suo territorio. E non ha visto la necessità di inviare truppe a difendere i confini. La politica restrittiva imposta dagli Stati Uniti all'Ucraina è stata autolesionista. Ora le cose cambiano. La Russia sarà costretta, con ogni probabilità, a rivedere la sua strategia.

Inchieste giornalistiche indipendenti ritengono che tutti o quasi in Russia — a partire dai servizi di sicurezza delle forze armate — sapessero della concentrazione di truppe alla frontiera della oblast di Kursk, ma non siano state prese contromisure. Possibile?

Sì, è plausibile. Anche se si osserva un accumulo di forze e ci sono indicazioni che potrebbero attraversare il confine, gli ultimi due anni e mezzo sembravano provare che non l’avrebbero mai fatto. Probabilmente si è stati preda di una sindrome negazionista. Si è pensato che  gli ucraini stessero concentrando forze lì per poi spostarle altrove.. È una reazione psicologica comune: anche se le prove sono davanti a te, se qualcosa non è mai successo prima, tendi a credere che non accadrà.

L’offensiva ucraina ha lo scopo di rafforzare la posizione di Kyiv a un tavolo per la pace?

Semmai per negoziati a breve termine, come gli scambi di prigionieri di guerra. Possono aiutare, ma se parliamo di una soluzione a lungo termine per la guerra, non vedo un accordo negoziato come realistico, al momento. Se si tracciassero le linee di un cessate il fuoco ora, l'Ucraina ne uscirebbe sconfitta, sapendo di non poter mai recuperare il Donbass o altri dei territori che i russi hanno occupato. Siamo ancora lontani da una soluzione; ci vorranno anni di combattimenti prima che qualcuno sia pronto a considerare un vero negoziato di pace.

Si aspetta che la guerra continuerà ancora a lungo?

Oh, sì. Di sicuro.

Che pensa del nuovo capo di Stato maggiore delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky? Sui social, alcuni militari di Kyiv lo hanno descritto come un generale di stampo sovietico che predilige gli attacchi in massa. Ma nella oblast di Kursk stiamo assistendo a qualcosa di molto diverso: le forze ucraine avanzano rapidamente con più unità in differenti direzioni .Sembrano definire gli obiettivi solo all’ultimo momento…

Non ho mai lavorato direttamente con Syrsky. Quando sono arrivato in Ucraina per la prima volta, il Paese era impegnato nella riforma del proprio esercito per “occidentalizzarlo”. All’epoca , la maggior parte dei generali ucraini aveva una formazione sovietica. Mentre i giovani ufficiali, che avevano combattuto nel Donbass, avevano capito che gli ordini rigidi non funzionavano, con la rapidità della guerra moderna. Hanno quindi iniziato a dare più autonomia ai comandanti di livello inferiore, permettendo loro di prendere l'iniziativa. Questo ha portato a un cambiamento. Con una nuova generazione di ufficiali che comprendeva meglio il modo di combattere nel 21°secolo.

E Syrsky era tra questi?

Non è facile determinare come un generale si posizioni su questo spettro. Ma di certo rispetto al 2016 le forze armate ucraine sono molto più orientate verso il modello occidentale. Significa non limitarsi a una guerra con linee statiche, ma essere aggressivi e utilizzare forze più piccole e flessibili, in grado di muoversi dove incontrano meno resistenza, piuttosto che puntare su obiettivi specifici. L'approccio ucraino è oggi in linea con lo stile occidentale più avanzato. E l’offensiva in corso lo sta dimostrando.

Syrsky è stato definito sui social da alcuni militari ucraini come un “macellaio” che non bada alle perdite subite pur di raggiungere un obiettivo…

Le accuse contro Syrsky vanno valutate considerando le contese e le pressioni politiche ai più alti livelli. Il Capo di Stato Maggiore risponde al presidente, e chi critica Zelensky può avere interesse a screditare Syrsky. Le pressioni politiche possono influenzare le decisioni militari. Lo ha dimostrato l'offensiva ucraina di un anno fa, prolungata oltre il necessario a causa di queste pressioni. In precedenza, i generali erano stati prudenti nel conservare le forze, anche a costo di cedere territori. Ma in quel caso la politica ha giocato un ruolo determinante.

Riassumendo, colonnello: ritiene che l’attacco ucraino nella oblast di Kursk sia una buona mossa, dal punto di vista di Kyiv?

Penso che sia stata una mossa molto intelligente. Fin dall'inizio della guerra, ho sostenuto che l'Ucraina avrebbe dovuto portare il conflitto sul territorio russo, facendo provare alla Russia un po' del dolore della guerra sul proprio suolo. L’attacco costringe ora Mosca a rivedere le sue strategie: non potrà più concentrare tutta la sua potenza di combattimento in Ucraina, ma dovrà anche difendere i propri confini. È una decisione che, a mio avviso, doveva essere presa molto tempo fa.

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