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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

L’Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza per la prima volta: Usa non si oppone, ira di Netanyahu

La risoluzione Onu chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza “per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. Gli Usa non hanno posto il veto e Netanyahu ha annullato la visita della delegazione israeliana a Washington.
A cura di Antonio Palma
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Per la prima volta dall’invasione della Striscia da parte di Israele, oggi l’Onu ha chiesto ufficialmente il cessate il fuoco a Gaza. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu infatti ha dato il via libera alla risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza dopo mesi di stallo. Fondamentale l’astensione degli Stati Uniti che per la prima volta non hanno posto il veto. Il documento infatti ha ottenuto 14 voti a favore e nessuno contrario.

La risoluzione Onu "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". Un testo concordato a lungo dopo settimane di opposizioni, risoluzioni contrastanti e veti incrociati, e la cui approvazione oggi è stata salutata con un lungo applauso.

Soddisfazione per la richiesta di cessate il fuoco a Gaza è stata espressa anche dal segretario generale Antonio Guterres. "Il Consiglio di Sicurezza Onu ha appena approvato una risoluzione tanto attesa su Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi. Questa risoluzione deve essere attuata, un fallimento sarebbe imperdonabile" ha dichiarato Guterres commentando il via libera del Consiglio di Sicurezza alla risoluzione sulla tregua a Gaza.

La risoluzione accolta con rabbia dal governo di Israele che contava di nuovo sul veto Usa. Immediata infatti la risposta del Premier Netanyahu che ha annullato la prevista visita della delegazione israeliana a Washington, chiesta da Biden nei giorni scorsi per discutere della situazione del conflitto israelo palestinese e soprattutto dell’annunciata offensiva su Rafah. Il voto degli Usa "è un passo indietro chiaro dalle posizioni costanti degli Usa dall'inizio della guerra" ha detto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, aggiungendo: "Questo ritiro colpisce lo sforzo bellico e per liberare i nostri ostaggi perché offre a Hamas la speranza che pressioni internazionali gli consentiranno di ottenere un cessate il fuoco senza liberare i nostri ostaggi".

L’annullamento della visita degli israeliani è stata accolta con sfavore dalla Casa Bianca che però ribadisce il suo no a una operazione militare a Rafah. "Noi attendavamo la delegazione di Israele con ansia, ma è una decisione del governo israeliano. Ribadiamo che un'operazione militare a Rafah non è giusto approccio. Continueremo ad avere contatti con Tel Aviv" hanno precisato da Washington, aggiungendo: “Dobbiamo mettere pressione su Hamas, il cessate il fuoco può iniziare immediatamente con il rilascio del primo ostaggio".

"Il fatto che la risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza Onu non condanni l'attacco di Hamas del 7 ottobre è una vergogna" ha detto l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan. "Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola, Israele non voleva questa guerra. Non subordinare il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi danneggia gli sforzi, tutti avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione", ha aggiunto. Il ministro degli Esteri Katz invece ha aggiunto: "Non cesseremo il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l'ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa".

Hamas invece esulta per la risoluzione Onu su Gaza e sottolinea la sua "disponibilità ad impegnarci in un immediato processo di scambio di prigionieri che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti". La dichiarazione di Hamas su Telegram dove si dice disponibile a partecipare a un immediato scambio di prigionieri con Israele dopo il voto all'Onu.

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