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Londra sull’orlo della guerra civile: primo morto negli scontri tra polizia, cittadini e rivoltosi – VIDEO

Gravissimo il bilancio degli scontri: 35 agenti feriti, 450 arresti e accuse di tentato omicidio dopo che tre riottosi hanno investito un poliziotto. Incendi e saccheggi continuano in tutta l’Inghilterra, il premier Cameron promette pugno di ferro contro la rivolta di Londra.
A cura di Alessio Viscardi
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Continuano gli scontri a Londra

Prima vittima negli scontri tra polizia e manifestanti a Londra. Si tratta di un giovane di ventisei anni che era stato ferito ieri sera a Croyton, sorpreso in un'auto piena di oggetti saccheggiati. Diversi colpi di pistola esplosi dagli agenti di Scotland Yard hanno crivellato il ragazzo. In conferenza stampa, il primo ministro Cameron aveva dichiarato: "Sentirete la forza della legge nel modo più forte possibile".

In Gran Bretagna è rivolta civile, da Londra i disordini si sono estesi a Birmingham, Liverpool e Manchester – toccando Bristol. Molotov e devastazioni si sono allargate dai quartieri periferici fino ai salotti buoni di Notting Hill. Le città sono in fiamme: negozi saccheggiati, vetrine infrante e interi centri commerciali dati alle fiamme. La distruzione è totale, gruppi organizzati di “criminali” – così li ha definiti il premier britannico David Cameron – continuano a prendere di assalto la città, scontrandosi fisicamente con gli oltre sei mila uomini di Scotland Yard disposti in assetto anti-sommossa in tutta la città. Il bilancio della terza notte di proteste è pesantissimo, ma gli scontri sono ancora in corso e i numeri sono destinati a salire.

Rivolta a Londra, terzo giorno

continuano gli scontri in Inghilterra

Sono tutti giovanissimi i componenti delle gang criminali che stanno mettendo a ferro e fuoco diversi quartieri della cinta periferica di Londra e delle altre grandi città inglesi. Si organizzano attraverso l’uso dei social network e dei sistemi di comunicazione interni dei Blackbarry. Facebook e Twitter, dopo essere stati lo strumento delle rivolte arabe, diventano l’arma più potente in mano ai riottosi inglesi. La popolazione è esasperata, i danni dei privati sono ingenti e bande auto-organizzate di vigilantes si stanno sostituendo alla polizia perlustrando i quartieri armate di mazze e bastoni.

David Cameron parla alla Gran Bretagna

Pungo di ferro promesso dal primo ministro

La rivolta di Londra è cominciata con le proteste per l’uccisione da parte della polizia del pregiudicato di colore Mark Duggan, su cui è in corso un’inchiesta interna di Scotland Yard. La rabbia, però, ha assunto da subito i connotati della rivalsa sociale e dai quartieri poveri sono partite squadre di saccheggiatori che prendono di assalto negozi e centri commerciali per derubarli e devastarli. Non sono soltanto giovani vandali, ma la incarnazione del malcontento e dell’esasperazione delle periferie che si vendica contro il centro cittadino. Era già successo in Francia, con la rivolta delle banlieu parigine, qualcuno paragona la “London Riot” alle rivoluzioni arabe che hanno caratterizzato i primi mesi del 2011.

Gravissimo anche il bilancio dei feriti: 35 agenti e 450 manifestanti, tra cui anche un bambino di undici anni. Tutti arrestati, alcuni accusati di tentato omicidio per la violenza scatenata contro le forze dell’ordine – un agente è stato investito mentre cercava di fermare la fuga di alcuni saccheggiatori. Nelle prossime ore, ha dichiarato Cameron durante la conferenza stampa tenutasi a Downing Street, saranno schierati oltre 16 mila agenti di Scotland Yard. A causa della violenza delle proteste, è stata annullata la partita tra Inghilterra e Olanda in programma domani sera a Wembley.

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