L’OMS: “A Gaza i bambini muoiono di fame, Israele garantisca l’arrivo degli aiuti umanitari”
Tedros Adhanom Ghebreyesus, numero uno dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha informato che nel nord della Striscia di Gaza numerosi bambini stanno morendo di fame a causa del blocco all'arrivo di aiuti umanitari imposto da Israele: dopo un'ispezione da parte dei funzionari dell'OMS negli ospedali Al-Awda e Kamal, infatti, è emerso uno scenario catastrofico. Almeno dieci bambini sono deceduti a causa della malnutrizione in un contesto di totale distruzione; secondo il Ministero della Salute della Striscia di Gaza i minori morti di fame sono almeno 16, e a quelli nel nord della Striscia vanno sommate le vittime del sud.
Ghebreyesus ha denunciato "gravi livelli di malnutrizione, bambini che muoiono di fame, grave carenza di carburante, cibo e forniture mediche, edifici ospedalieri distrutti" nel nord di Gaza, dove sopravvivono sempre più a fatica 300mila persone. "La mancanza di cibo ha provocato la morte di 10 bambini", ha scritto su X il capo dell'OMS. L'agenzia dell'ONU ha potuto effettuare dei sopralluoghi negli ospedali dopo mesi di richieste negate da parte di Israele. "La situazione all'ospedale Al-Awda è particolarmente spaventosa, poiché uno degli edifici è distrutto", ha aggiunto Ghebreyesus.
La scorsa settimana l’ONU aveva avvertito che la carestia a Gaza era diventata ormai "quasi inevitabile". Un alto funzionario umanitario delle Nazioni Unite ha inoltre spiegato che almeno 576mila persone in tutta la Striscia di Gaza – un quarto della popolazione – affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare e che un bambino su sei sotto i due anni nel nord soffre di malnutrizione acuta. Un dato confermato dal direttore regionale dell'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, l'Unicef, secondo cui "le morti infantili che temevamo sono arrivate, mentre la malnutrizione devasta la Striscia di Gaza".
ONU: "Informazioni convincenti" sugli stupri di Hamas il 7 ottobre
Intanto sempre l'ONU ha informato che gli ostaggi tenuti a Gaza da Hamas dal 7 ottobre sono stati probabilmente soggetti a "violenze sessuali, tra cui stupro, torture sessuali, trattamenti crudeli, inumani e degradanti". Lo ha dichiarato Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, aggiungendo che il suo ufficio ritiene che tale trattamento potrebbe essere ancora in corso.
Presentando un rapporto sui crimini sessuali commessi da Hamas il 7 ottobre, la Patten afferma che ci sono "informazioni chiare e convincenti" secondo cui gli ostaggi portati a Gaza sono stati violentati e ci sono "fondati motivi" per credere che gli ostaggi ancora subiscano ancora abusi. La Patten dice ancora che ci sono "fondati motivi" per ritenere che "stupri di gruppo" siano avvenuti durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre in "almeno tre luoghi", incluso il sito del festival musicale Supernova, il Kibbutz Re'im e la Route 232. Le prove, afferma, indicano che la maggior parte delle vittime in questione sono state "prima sottoposte a stupro e poi uccise".