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L’oligarca pentito dopo vent’anni in cui ha sostenuto Putin: “Andrebbe impiccato per i suoi crimini”

L’oligarca russo Igor Volobuyev, per anni vicepresidente di Gazprombank, è fuggito in Ucraina dopo lo scoppio della guerra. Ora chiede la pena capitale per Putin e mette in dubbio le morti sospette degli oligarchi delle ultime settimane: “Non credo nei suicidi: sono messe in scena”.
A cura di Chiara Ammendola
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A pochi giorni dall'inizio della guerra in Ucraina ha lasciato la Russia fuggendo nel suo paese natale che ha lasciato vent'anni fa dopo la caduta dell'Unione Sovietica quando ha acquisito la cittadinanza russa, ma dopo aver aver lavorato per anni per il colosso statale del gas Gazprom, Igor Volobuyev ha deciso di voltare le spalle al governo. Non solo, dinanzi all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'oligarca russo ha chiesto la pena capitale per il presidente Putin che "deve essere impiccato" per i suoi crimini.

Sono diverse le interviste che l'ex vicepresidente della Gazprombank ha rilasciato nei giorni scorsi nelle quali spiega di aver vissuto con tormento quando stava accadendo a Kiev tanto da decidere di lasciare la Russia nei giorni immediatamente successivi al 24 febbraio: “Non potevo più restare lì. Sono ucraino per nazionalità – ha raccontato – non potevo semplicemente sedermi in disparte e guardare mentre la Russia faceva questo alla mia patria. Il mio ritorno è come un pentimento: voglio ripulirmi dal mio passato russo. Voglio restare in Ucraina fino alla vittoria. Non posso vivere una vita piena e soddisfacente mentre uccidono mio padre, che vive a Okhtyrka; i miei cari; miei amici; e i miei vicini", ha detto Volobuyev che ha raccontato di aver sentito il padre solo diverse settimane dopo l'invasione quando l'uomo, anziano, è riuscito a emergere dal bunker dove si era nascosto per un mese per sfuggire alle bombe russe.

Nato a Okhtyrka, in Ucraina, Volobuyev ha ricevuto la cittadinanza russa dopo la caduta dell'Unione Sovietica e ha iniziato a lavorare per Gazprom, il colosso statale del gas russo, dove ha fatto carriera tanto da diventare vicepresidente della banca di proprietà dell'azienda: nel 2012 ha votato per Putin ma con l'annessione della Crimea ha iniziato a temere per il futuro del suo paese natio, l'Ucraina. Secondo Volobuyev infatti, la guerra tra Russia e Ucraina va avanti da 20 anni ed è iniziata con la pressione economica. “Il loro obiettivo era legare l'Ucraina alla Russia, per farla diventare dipendente dal gas, proprio come la Bielorussia. Devo ammettere che io stesso ho preso parte a queste guerre del gas quando lavoravo per Gazprom", ha spiegato. Arrivato in Ucraina il 2 marzo, inizialmente nessuno sapeva che fosse partito, ma le autorità russe hanno iniziato a cercarlo e la scorsa settimana dopo essere rimasto nascosto per diverso tempo ha deciso di raccontare la sua storia.

Alla stampa ha raccontato che le forze russe sospettano che abbia venduto "segreti sugli stabilimenti della Gazprombank", ma la sua decisione di lasciare la Russia non ha nulla a che vedere con la sua sicurezza: nessuno lo ha mai minacciato. Ma di minacce e morti misteriose ha parlato in riferimento a quelle degli oligarchi avvenute nelle scorse settimane, come quella di Vladislav Avayev, ex vicepresidente della Gazprombank, trovato morto il 18 aprile insieme alla moglie e alla figlia nel suo appartamento di Mosca che risultava chiuso a chiave dall’interno. Igor Volobuev ha detto di non credere che Avayev si sia suicidato: “Penso che sia stato messo in scena. Come mai? È difficile da dire – ha spiegato – forse sapeva qualcosa e rappresentava una sorta di pericolo”. Infine ha detto che ora vorrà combattere per le forze armate ucraine e si augura che vi sia la pena capitale per il presidente russo: “Putin deve essere processato e impiccato – ha detto – ma solo in conformità con la legge”.

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