Lockdown per 21 milioni di residenti, la Cina non molla la strategia Covid-zero e blocca Chengdu
Mentre il resto del mondo ormai si dichiara fuori pericolo, eliminando ogni residua restrizione connessa alle norme anti Covid, la Cina va in controtendenza e non molla la sua strategia Covid-zero.
Le autorità del Paese asiatico, infatti, hanno deciso di mettere in cantiere l’ennesimo lockdown totale dopo aver scoperto diverse centinaia di casi di contagio da coronavirus nella metropoli di Chengdu e da giovedì sera bloccheranno gli oltre 21 milioni di residenti per contenere il focolaio.
Da quando la misura restrittiva ha colpito i 26 milioni di abitanti di Shanghai, da aprile a maggio scorsi, si tratta della più grande città cinese coinvolta dal lockdown e il suo blocco ha inevitabilmente scatenato nuove potreste nel Paese asiatico.
L’intransigenza del governo di Pechino però non sente ragioni. “Dobbiamo continuare ad aderire fermamente alla politica zero-Covid” ha avvertito il presidente cinese Xi Jinping. Oltre alla metropoli occidentale di Chengdu, nella provincia di Sichuan, dove sono stati segnalati 157 nuovi casi di Covid in 24 ore, altre misure restrittive, anche se meno estese, sono già scattate per le città di Shenzhen, Guangzhou e per la città portuale settentrionale di Dalian.
A Shenzhen, almeno quattro distretti, con circa 9 milioni di residenti in totale, hanno già ordinato la chiusura delle attività di intrattenimento e culturali e sospeso o ridotto per alcuni giorni i pasti nei ristoranti. A Guangzhou le autorità hanno ordinato ad alcune aree di un distretto di chiudere i luoghi di intrattenimento al coperto e i ristoranti fino a sabato, il tutto per pochi casi accertati.
Dopo aver ignorato anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha definito insostenibile la politica cinese della tolleranza zero, le autorità potrebbero ricredersi osservando i dati economici che indicano unno stallo. L’economia della Cina in effetti fatica ancora a riprendersi dopo l’emergenza pandemia covid e questi continui stop non fanno altro che peggiorare la situazione in una congiuntura mondiale caratterizzata da una profonda fase di incertezza.
La Cina sta facendo registrare poco meno di duemila casi giornalieri, la maggior parte dei quali segnalati nella provincia del Sichuan, la cui capitale è Chengdu, ma la maggioranza è asintomatica.