Lockdown a Shanghai, rivolte e suicidi: gli USA ordinano ai diplomatici di lasciare la città
Non si placa l'emergenza Covid-19 a Shanghai: la città cinese da 26 milioni di abitanti in lockdown dallo scorso 28 marzo è alle prese con una massiccia ondata di contagi collegata alla diffusione della variante Omicron. Il blocco, che sarebbe dovuto durare inizialmente una settimana, verrà allentato in alcune zone a partire da lunedì prossimo, nonostante nella sola giornata di ieri siano stati registrati 25mila nuove infezioni. Numeri tutto sommato contenuti rispetto a quanto avviene in Occidente, Italia inclusa, ma che hanno fatto scattare ben più di un campanello d'allarme a Pechino, impegnata a perseguire la sua politica di "tolleranza zero" nei confronti del virus. Ma ancora non si conoscono i quartieri che vedranno cadere una parte delle restrizioni, che resteranno comunque rigide.
I cittadini che vivono in aree con un minor numero di casi Covid per un periodo di due settimane potranno impegnarsi in "attività appropriate", ha detto ieri ai giornalisti un funzionario cittadino, ma i residenti non potranno spostarsi nei quartieri ancora in lockdown rigido. La decisione è stata presa dalle autorità locali dopo che negli ultimi giorni è montata la protesta da parte della popolazione. Come si legge sui social network, non solo i residenti sono stremati dalla carenza di cibo e molti sono preoccupati perché separati dai propri figli, ma aumentano anche i casi di suicidio dovuti al confinamento. Alcuni video online documentano le rivolte popolari, persone che sfondano i cordoni della sicurezza perché stremate, mentre continua a valere la regola secondo la quale solo due volontari per condominio possono fare acquisti all'aperto ogni giorno per un massimo di due ore.
La situazione è diventata talmente difficile che il Dipartimento di Stato USA ha ordinato a tutto il personale non essenziale del Consolato di lasciare la città. Solo tre giorni fa era stato sconsigliato ai cittadini americani di recarsi nella metropoli. La decisione è arrivata poiché sono state sollevate "preoccupazioni per la sicurezza e il benessere dei cittadini americani a contatto con i funzionari cinesi". Tra gli avvisi c'è anche l'accortezza di procurarsi una "fornitura sufficiente di denaro, farmaci, cibo e altre necessità per la famiglia in caso di restrizioni improvvise o quarantena", mentre in tutto il mondo gli esperti si chiedono se la politica Zero Covid della Cina sia efficace. Tra di loro anche Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, e Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene alla Facoltà di Medicina dell'Università del Salento, secondo il quale "la politica cinese è stata sbagliata sulla base del razionale scientifico ed inapplicabile se non con l'uso estensivo della forza e delle limitazioni dei diritti. Voglio essere clemente e non parlo dell'uso dei disinfettanti a iosa".