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Covid 19

Lockdown a Shanghai, bimbi positivi separati dai genitori per fermare il virus

A Shanghai, capitale economica della Cina in lockdown dopo la nuova ondata di casi Covid collegata a Omicron, sono scoppiate polemiche per il provvedimento che prevede di separare i bambini risultati positivi dai propri genitori e curati nei centri sanitari pubblici o in strutture centralizzate per la quarantena.
A cura di Ida Artiaco
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Continua l'emergenza Covid-19 a Shanghai, dopo che una nuova ondata di contagi dovuta alla variante Omicron ha fatto finire in lockdown oltre 25 milioni di persone. Da ieri, infatti, tutta la città cinese è costretta al confinamento per fermare l'avanzata del virus. Tra i provvedimenti presi dall'amministrazione locale, anche quello di separare i bambini risultati positivi dai propri genitori. Potranno restare insieme solo se sono tutti infetti. Wu Qianyu, funzionario sanitario di Shanghai, ha ribadito che le linee guida nazionali prevedono che i pazienti malati siano separati da quelli che non lo sono. Di conseguenza, i bambini sotto i 7 anni i cui genitori "non soddisfano i requisiti di accompagnamento" continueranno a venire curati nei centri sanitari pubblici. I bambini più grandi saranno mandati in strutture centralizzate per la quarantena. Ma sono state fate alcune concessioni dopo le polemiche scoppiate negli ultimi giorni.

Era stata, infatti, persino lanciata una petizione online per chiedere che almeno i bambini asintomatici potessero rimanere in isolamento a casa propria. Sono state raccolte oltre mille firme eogi è arrivato l'annuncio che questa misura è stata leggermente ammorbidita, permettendo ai minori infetti di restare con i genitori ma solo nel caso in cui anche quest'ultimi risultino positivi al Covid. Inoltre, i tutori dei minori con bisogni speciali, che sono stati infettati, possono anche fare domanda per stare con loro, a patto di rispettare determinate regole e firmare una lettera in cui affermano di essere consapevoli dei rischi che corrono.

La Reuters aveva anche raccolto la testimonianza di una madre, Esther Zhao, che lo scorso 26 marzo ha portato la figlia di 2 anni e mezzo in un ospedale di Shanghai con la febbre. Tre giorni dopo, stava implorando le autorità sanitarie di non separarla dalla bimba dopo che erano risultate entrambe positive al virus, dicendo che sua figlia era troppo piccola per essere portata in un centro di quarantena. Ma Esther non è stata l'unica a condividere la propria esperienza. Anche il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato nelle scorse ore un filmato “non verificato” che circola sui social media cinesi e che ritrae alcuni bambini piccoli che piangono, presumibilmente positivi al Covid e che, dopo essere stati separati dai loro genitori, sono stati messi in quarantena in una clinica di Shanghai.  Così, dopo le numerose polemiche scoppiate in particolare sulla piattaforma cinese Weibo, il governo locale ha deciso di ammorbidire la linea.

Ma la situazione resta tesa. Oggi è stato annunciato che tutta la città verrà sottoposta ad ulteriori test anti Covid e che il lockdown continuerà fin quando non ne saranno disponibili i risultati. Ma le persone sono stanche. Molti iniziano a preoccuparsi per la mancanza di cibo e acqua potabile, poiché i supermercati rimangono chiusi e le consegne sono limitate. Liu Min, vice capo della commissione per il commercio di Shanghai, ha detto che saranno compiuti sforzi per spedire beni di prima necessitò a Shanghai da altre province. La città ha registrato, intanto, un nuovo record di 16.766 nuovi casi asintomatici il 5 aprile, quasi il 90% del totale nazionale, in aumento rispetto ai 13.086 del giorno prima. Anche i casi sintomatici, che la Cina conta separatamente, sono saliti a 311 dai 268 del giorno prima, numeri ancora bassi rispetto a quelli che si vedono ancora in Occidente, Italia inclusa, ma che confermano la volontà di Pechino di portare avanti la propria politica di "Covid zero".

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