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“L’Occidente ha illuso l’Ucraina di poter sconfiggere la Russia”: la critica del generale Battisti

Il generale Giorgio Battisti, ex comandante del Corpo d’Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO: “In tempi non sospetti avevo espresso dei dubbi sulla possibilità che l’Ucraina vincesse la guerra, e non per l’incapacità delle loro forze armate, né per la loro professionalità, ma perché l’obiettivo era troppo ambizioso in rapporto alle forze realmente disponibili sul campo”.
Intervista a Generale Giorgio Battisti
Ex comandante del Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA)
A cura di Davide Falcioni
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"Siamo stati noi occidentali a riporre eccessiva fiducia nei confronti dell'Ucraina, sostenendo che avrebbe potuto condurre una controffensiva efficace e determinare la sconfitta della Russia. Tutto ciò, evidentemente, non è avvenuto. E non per l'incapacità delle loro forze armate, né per la loro professionalità, ma perché l'obiettivo era troppo ambizioso in rapporto alle forze realmente disponibili sul campo". A dirlo, intervistato da Fanpage.it, il generale Giorgio Battisti. L'ex comandante del Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA) invita l'Occidente a fare un severa autocritica, ma non risparmia critiche neppure al presidente ucraino Zelensky, il quale "ha iniziato a ignorare le direttive dei massimi vertici militari e a scavalcare il Capo di Stato Maggiore della Difesa per dialogare direttamente con i suoi sottoposti, creando problemi di coordinamento all'interno delle forze armate. Questa è una dinamica vista in passato: succede quando i vertici politici si considerano abili strateghi e tendono a sostituirsi ai militari. I risultati sono sotto gli occhi di tutti".

Generale Giorgio Battisti
Generale Giorgio Battisti

Si vota oggi negli Stati Uniti un nuovo pacchetto di aiuti militari e finanziari all’Ucraina. È vero che senza armi occidentali la guerra per Kiev sarebbe persa?

Occorre fare una premessa. L'Occidente sta manifestando una certa preoccupazione per il fallimento della controffensiva ucraina, tant'è vero che anche il segretario generale della Nato Stoltenberg ha recentemente dichiarato che occorre prepararsi anche a "cattive notizie". A dire il vero penso che tale preoccupazione non sia dovuta alla carenza di armi ed equipaggiamento, ma soprattutto a un evidente malumore interno ai vertici ucraini. Poche settimane fa il presidente Zelensky ha duramente attaccato il Capo di Stato Maggiore della Difesa Valerij Zalužnyj, il quale aveva rilasciato un'intervista in cui ammetteva che l'offensiva estiva non aveva sortito i risultati auspicati. Ebbene, da quel momento in poi Zelensky ha iniziato a ignorare le direttive dei massimi vertici militari e a scavalcare Zalužnyj per dialogare direttamente con i suoi sottoposti, creando non pochi problemi di coordinamento all'interno delle forze armate. Questa è una dinamica già avvenuta in passato: succede quando i vertici politici si considerano abili strateghi e tendono a sostituirsi ai militari.

Insomma, secondo lei le difficoltà ucraine non sono dovute solo alla scarsa disponibilità di armamenti, ma anche a una situazione interna di forte conflitto tra vertici politici e militari.

Il presidente Zelensky sta cercando di imporsi sui vertici militari; più volte Zalužnyj aveva saggiamente suggerito di ritirare forze per risparmiare uomini. Il leader ucraino, tuttavia, ha voluto sacrificare quei soldati sia ad Avdiïvka che in precedenza a Bachmut, disperdendo risorse umane preziosissime. Insomma, la situazione è critica. E nel frattempo si registra anche un graduale ritorno del presidente Putin sulla scena internazionale.

Europa e Stati Uniti hanno adeguatamente sostenuto l'Ucraina in questo anno e dieci mesi di guerra?

Europa e USA hanno dato tutto quello che si poteva dare mettendo fortemente a rischio anche i nostri depositi di armi e munizioni.

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In tutta sincerità, lei pensa che gli annunci di sostegno all’ucraina "fino alla vittoria" da parte dei leader occidentali abbiano illuso quel Paese? 

Già in tempi non sospetti avevo espresso dei dubbi sulla possibilità che l'Ucraina vincesse la guerra, e non per l'incapacità delle loro forze armate, né per la loro professionalità, ma perché l'obiettivo era troppo ambizioso in rapporto alle forze realmente disponibili sul campo. Ricordo, ad esempio, che i soldati ucraini provengono da una formazione "sovietica", e che si sono dovuti frettolosamente adattare a metodologie Nato totalmente diverse da quelle che conoscevano. Da parte dei comandanti, inoltre, c'è stata un'assimilazione delle dottrine militari occidentali incompleta e molto carente. A tutto ciò deve aggiungersi la sostanziale assenza di un'aviazione moderna che potesse garantire la giusta "copertura" ad ogni operazione condotta via terra. Insomma, l'Ucraina è in difficoltà per una serie di aspetti diversi, sia interni che esterni. Come se non bastasse i comandi occidentali hanno largamente sottostimato le capacità difensive russe: ricorderà quanti analisti nei mesi scorsi annunciavano che i soldati russi si sarebbero sbandati alla prima spallata data loro dall'Ucraina. Tutto ciò non è avvenuto affatto. Credo che l'intelligence militare occidentale abbia manifestato un'eccessiva sicurezza, sovrastimando le capacità ucraine e sottostimando largamente quelle russe. Per essere ancora più chiari: siamo stati noi occidentali a riporre eccessiva fiducia nei confronti dell'Ucraina, sostenendo che avrebbe potuto condurre una controffensiva efficace e determinare la sconfitta russa. Personalmente sono sempre stato molto scettico rispetto a questo scenario. Altri sono stati invece molto ottimisti.

Cosa accadrà nei prossimi mesi?

Siamo nel pieno dell'inverno, probabilmente ci sarà per alcuni mesi una certa stasi nelle operazioni poi tra aprile e maggio prossimi l'Ucraina potrebbe tentare una nuova offensiva. Bisogna però considerare che con un recente decreto Putin ha chiamato alle armi 170 mila uomini in più rispetto a quelli già disponibili, tutte risorse che verranno addestrate fin da subito e che nella tarda primavera ed estate 2024 saranno pronte a combattere. Ad ogni modo è bene non escludere un altro scenario: che Putin voglia lanciare un massiccio attacco proprio in inverno sfruttando la stanchezza e le difficoltà dell'esercito ucraino. Tempo fa è stata diffusa una notizia che non ha avuto molto spazio sui nostri media: decine di migliaia di ucraini sarebbero riusciti a lasciare il loro Paese corrompendo i selettori addetti al loro arruolamento. Si parla di almeno 20mila uomini, un numero decisamente consistente.

Secondo Janet Yellen, segretario del Tesoro degli Stati Uniti, se il Congresso USA non voterà un nuovo pacchetto di aiuti l'Ucraina potrebbe andare incontro a una sconfitta totale. Lei è d'accordo?

Come affermato nei mesi scorsi da un alto funzionario della Nato l'Ucraina ha ricevuto tutto ciò che aveva richiesto. Gli stessi Stati Uniti hanno sguarnito i loro depositi rischiando di rimanere scoperti nei confronti di altre crisi. Nonostante ciò il presidente Biden ha richiesto al Congresso di sbloccare altri 100 miliardi di dollari non solo per l'Ucraina, ma anche per in problemi nell'Indopacifico e per il controllo delle frontiere interne, in particolare quelle col Messico. Credo, comunque, che democratici e repubblicani alla fine troveranno una quadra.

Alla luce dell'attuale situazione potrebbe essere questo il momento di intavolare una trattativa con Putin?

Ritengo che in questi quasi due anni due anni di guerra il Pentagono abbia sempre mantenuto un dialogo aperto con il Cremlino onde evitare "esagerazioni" nelle azioni ucraine contro la Russia. Certo, questo potrebbe essere il momento opportuno affinché anche i vertici politici russi e ucraini riprendano a discutere, tuttavia le posizioni di Zelensky e Putin appaiono ancora inconciliabili: il primo ha dichiarato che non accetterà mai un cessate il fuoco finché i russi non abbandoneranno tutti i territori occupati, Crimea, Donbass, Kherson e Zaporizhzhia compresi. Dall'altra parte il capo del Cremlino considera sia la Crimea che le regioni di Kherson e Zaporizhzhia definitivamente annesse. Insomma, le posizioni attualmente sono inconciliabili. Bisognerà vedere se – soprattutto da parte ucraina – cambierà l'atteggiamento.

Nel 2024 si voterà in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Russia e probabilmente in Ucraina. 

Sì: credo che Putin manterrà saldamente il potere nonostante le proteste dei familiari dei soldati mandati a combattere. Zelensky, invece, potrebbe avere qualche difficoltà in più, ma gode dell'appoggio totale degli Stati Uniti e penso che potrebbe riuscire a rimanere al vertice del suo Paese. Poi ci sono le elezioni europee e quelle americane che potrebbero cambiare nettamente gli equilibri internazionali, soprattutto se negli USA dovesse vincere Trump. Insomma, siamo in una situazione del tutto inedita.

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