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Lo Zimbabwe ora vuole la testa del dentista che ha ucciso il leone Cecil

Il ministro dell’Ambiente ha chiesto l’estradizione di Walter James Palmer per aver ucciso il leone protetto, simbolo del Paese africano. Emergono, nel frattempo, nuovi particolari sulla vicenda. Il dentista-killer avrebbe voluto uccidere “un grosso elefante” dopo aver colpito Cecil.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo Zimbabwe ha avviato la procedura per chiedere agli USA l'estradizione di Walter Palmer, il dentista-cacciatore del Minnesota che ha ucciso il leone Cecil, simbolo della nazione africana, in quello che è un cas che ha scatenato un turbine di proteste in tutto il mondo e anche nella cittadina in cui vive l’odontoiatra, costretto addirittura a chiudere la sua clinica. “Facciamo appello alle autorità responsabili per la sua estradizione verso lo Zimbabwe, affinché permettano che debba rispondere delle sue azioni illegali”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Oppah Muchinguri ad Harare. “Vogliamo che sia processato nello Zimbabwe perché ha violato le nostre leggi. La polizia deve fare il primo passo per denunciare la vicenda al procuratore generale che a sua volta trasmetterà la richiesta agli Stati Uniti. Il procedimento è già iniziato", ha spiegato. Palmer al momento risulta latitante. Dopo il comunicato dell’altro giorno in cui ammetteva di essere responsabile dell’uccisione del animale e si scusava, asserendo però di all’oscuro dell’illegalità delle sue azioni, ha fatto sapere ai suoi pazienti che dovranno cercarsi un altro dentista.

Come è stato ucciso il leone Cecil

Nel frattempo le voci sulla vicenda continuano. Secondo quanto trapelato, avrebbe versato 50mila dollari per poter partecipare alla caccia grossa vicino al parco nazionale di Hwange, nello stato africano, in cui ha colpito Cecil. Al The Telegraph ha invece parlato Theo Bronkhorst, il cacciatore che ha guidato Palmer nella spedizione: ha rivelato che nelle intenzioni del medico c’era quella di non fermarsi all’uccisione del leone. “Voleva ammazzare anche un elefante, ma non ne ha trovato uno grande abbastanza”, ha rivelato. E quindi ha raccontato come è stato ucciso Cecil:  “Abbiamo trovato la carcassa di un elefante  e l’abbiamo spostata per usarla come esca”. Dopo essersi appostati, prima hanno avvistato una leonessa e poi Cecil, “un animale magnifico” ricorda Bronkhorst. A quel punto Palmer avrebbe scoccato una freccia, ma il sole era già tramontato, quindi i due non sono riusciti a capire se l’animale era stato colpito oppure no. Alle 9 del mattino del giorno dopo, hanno però ritrovato Cecil ferito. Quindi il dentista lo avrebbe ucciso. Solo in seguito hanno notato il collare Gps rendendosi conto che fosse un leone protetto. “Non avremmo mai sparato a un animale monitorato. Ero devastato, e anche il mio cliente lo era”. E ancora: “Lo ammetto, avrei dovuto portarlo alle autorità de parco. Ma poi lo decapitammo e scuoiammo, perché il cliente aveva pagato per il trofeo”.  Bronkhorst è liberato su cauzione ieri nella capitale dello Zimbabwe, dove è stato incriminato per omissione di prevenzione di una caccia illegale.

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