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Guerra in Ucraina

Lo storico Figes: “La guerra in Ucraina durerà anni, niente pace fino alla caduta del regime di Putin”

L’intervista di Fanpage.it a Orlando Figes, storico tra i massimi esperti di storia della Russia: “La guerra in Ucraina probabilmente andrà avanti per anni. È una guerra esistenziale sia per l’Ucraina che per il regime di Putin. Il personaggio storico a lui più vicino? Nicola I, antioccidentale e antidemocratico, che però perse la guerra di Crimea. Speriamo succeda lo stesso oggi”.
Intervista a Orlando Figes
storico britannico tra i massimi studiosi della storia della Russia.
A cura di Ida Artiaco
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"La guerra in Ucraina andrà avanti fino a quando non cadrà il regime di Putin. Per capire questo conflitto è essenziale conoscere la storia della Russia: per il presidente Kiev fa parte della Grande Russia, utilizza il passato per giustificare la sua aggressione come hanno fatto altri leader politici russi prima di lui. Potrebbe essere rovesciato? Non nutrirei troppe speranze".

A parlare a Fanpage.it è Orlando Figes, professore di Storia al Birbeck College di Londra e tra i massimi studiosi della storia della Russia, autore del libro intitolato per l'appunto Storia della Russia. Mito e potere da Vladimir il Grande a Vladimir Putin, edito in Italia da Mondadori. Il quale ha fatto il punto sulla situazione nel Paese al giorno d'oggi, mentre si continua a combattere in Ucraina, con una riflessione che parte da lontano.

Professor Figes, lei ha scritto un libro, Storia della Russia, dalle origini ai giorni nostri. Quanto è importante conoscerla per capire la Russia oggi, soprattutto rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina?

"È assolutamente essenziale. Questa è una guerra sulla storia, in particolare sulla controversa affermazione di Putin secondo cui l'Ucraina fa parte della Grande Russia, della Crimea e delle "terre russe storiche" del Donbass. Ma lui non è il solo a usare la storia per giustificare la sua guerra di aggressione: i leader politici russi hanno sempre giustificato le loro politiche attraverso la loro interpretazione della storia del paese. E per capire perché la propaganda di Putin è efficace, dobbiamo vedere come si inserisce nelle vecchie narrazioni sul passato, in particolare rispetto a quella della minaccia alla Russia dall'Occidente, che si basa sull'esperienza della Guerra Fredda, e così via".

Secondo lei, cosa non ha capito l'Occidente della Russia e della sua storia?

"L'errore principale è stato non considerare che anche i russi erano vittime del regime sovietico nel 1991: avevano bisogno di aiuto, di un nuovo "Piano Marshall", per accompagnarli a compiere la transizione dal comunismo alla democrazia, il che significava costruire istituzioni della società civile, contribuendo a stabilire lo stato di diritto, ecc. Invece l'Occidente ha trattato la Russia come i "cattivi" dell'Unione Sovietica – e l'ha sottoposta a una terapia d'urto che ha alienato molti russi, che hanno perso risparmi, sicurezza del lavoro, status professionale e così via".

Già nell'introduzione del suo libro parla di una "lite" tra Kiev e Mosca su Volodymyr/Vladimir, il sovrano della Rus' Kievana, il "primo stato russo". È curioso che questa contrapposizione di nomi esista ancora oggi…

"Sì, abbiamo un conflitto tra due "Vladimir" e due "Volodymyr"! L'inaugurazione del monumento al Gran Principe Vladimir da parte di Putin nel 2016 – la scena con cui inizio il libro – ha chiarito, almeno a me, la sua convinzione che l'Ucraina fosse russa. Ma anche gli ucraini hanno la loro statua ottocentesca del Gran Principe che chiamano Volodymyr e che vedono come il fondatore di uno stato ucraino europeo. È un conflitto tra due mitologie di fondazione in competizione".

Sulla base di quanto accaduto in passato, come pensa che si evolverà la guerra in Ucraina?

"Penso che la guerra probabilmente andrà avanti per anni. È una guerra esistenziale sia per l'Ucraina che per il regime di Putin. Non ci può essere pace duratura fino alla caduta del regime di Putin".

A quale personaggio della storia russa è più vicino il presidente Putin? Perché?

"Penso che sia il più vicino a Nicola I – lo zar del diciannovesimo secolo che entrò in guerra contro le potenze occidentali, in particolare con la guerra di Crimea del 1853-56, per difendere i diritti degli ortodossi nell'impero ottomano. Come Putin, anche lui aveva un'ideologia antioccidentale e antidemocratica riassunta dallo slogan "Autocrazia, ortodossia, nazionalismo". La Russia ha perso la guerra di Crimea, quindi speriamo lo stesso per la guerra di Putin contro l'Ucraina".

C'è la possibilità che ci possa essere una rivolta popolare a Mosca contro il regime di Putin?

"C'è sempre una possibilità, soprattutto se ci sono ulteriori mobilitazioni e un crollo del fronte, ma non nutrirei troppe speranze. I principali leader dell'opposizione sono in carcere, e non c'è molto desiderio di resistenza nella popolazione quando solo protestare contro la guerra può portarti in prigione per 15 anni".

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