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Livatino, il giudice assassinato dalla mafia, sarà presto Beato

In occasione dell’anniversario della sua uccisione per mano della Stidda agrigentina si apre oggi il processo di canonizzazione per il giudice ragazzino. Per la Chiesa è un martire della fede come lo definì Giovanni Paolo II.
A cura di Antonio Palma
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Rosario Livatino sarà presto Beato

Oggi ricorre il 21esimo anniversario dell’uccisione del giudice Rosario Livatino, che fu barbaramente assassinato dalla mano degli uomini di mafia nel 1990 a pochi giorni dal suo 38esimo compleanno. Il giudice ragazzino, come fu da allora ricordato, faceva paura alla mafia per le sue indagini sulla Stidda, l’ala agrigentina della malavita siciliana, che aveva combattuto con arresti e confisca di beni.

Questo anniversario, però, è particolare, è il giorno in cui inizia il processo di canonizzazione che lo porterà a diventare Beato. Nella basilica di San Domenico a Canicattì l'arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, darà il via alla causa di canonizzazione del Servo di Dio, Rosario Livatino. La consacrazione a Beato avverrà dunque nelle sue terre, quelle dei suoi natali, del suo lavoro, ma anche quelle dove ha visto la morte. Infatti, proprio sulla strada che portava da Canicattì, dove abitava, ad Agrigento, dove lavorava presso il Tribunale, i sicari lo costrinsero a fermarsi per poi inseguirlo e finirlo con una scarica di colpi. Una scena drammatica ben raccontata dal film di Alessandro Di Robilant, “Il giudice ragazzino”.

Livatino non aveva scorta, ancora non era tempo di scorte e bombe che di li a poco avrebbero devastato la Sicilia e i Giudici Falcone e Borsellino con tutta la loro scorta. Quei tragici anni della nostra storia che richiesero, oltre all’intervento delle istituzioni e delle forze di polizia, anche la parola dell’allora Pontefice Giovanni Paolo II. E proprio il Papa polacco, in quel famoso anatema lanciato contro la mafia proprio ad Agrigento, nel 1993, definì Livatino “martire della giustizia e indirettamente della fede”.

Giovanni Paolo II definì il giudice martire della fede
Giovanni Paolo II definì il giudice martire della fede

Le parole del Papa furono decisive per avviare quel processo di canonizzazione, che nel diritto canonico è lungo e tortuoso. Dall’incontro con gli anziani genitori del giudice e dalle tante testimonianze sulla vita del magistrato l’allora vescovo di Agrigento Carmelo Ferraro, diede mandato per raccogliere testimonianze per un possibile avvio della causa di beatificazione.

Dopo diversi anni di indagine finalmente l’anno scorso il postulatore, cioè colui che promuove la causa di beatificazione, ha presentato l’istanza al vescovo, che a luglio di quest’anno ha firmato il decreto per l'avvio del processo diocesano di beatificazione e canonizzazione del “Servo di Dio”, Rosario Livatino. La prima seduta pubblica del processo è stata fissata per oggi nell’anniversario della sua morte.

La nuova fase di questo percorso di beatificazione potrebbe durare altrettanto a lungo, perché tempi certi non ve ne sono. In questa nuova fase i componenti del tribunale analizzeranno e discuteranno gli atti forniti dal postulatore e gli stessi scritti del Giudice Livatino, per stabilire se effettivamente possa essere beatificato. L’iter prevede che, successivamente, gli atti siano trasferiti alla Sacra Congregazione per le cause dei Santi, a Roma, dove un commissione teologica verificherà le virtù del candidato e gli eventuali miracoli.

Il Giudice ragazzino, oltre ad essere stato un giudice rigoroso e riservato e aver incarnato “le doti più autentiche del magistrato autonomo ed indipendente”, come lo ricorda l’Anm, era una persona che si dedicava interamente agli altri e che ha sacrificato la sua vita per il bene comune. Anche per questo beneficerà di una procedura semplificata nel processo di beatificazione, dove non sarà richiesto il miracolo, essendo egli considerato dalla Chiesa un martire della fede, che ha testimoniato con il suo sangue la fedeltà alla legge morale. Dopo l’approvazione di Benedetto XVI, quindi, tutti i fedeli cattolici potranno venerarlo come Beato; in attesa che vengano confermate le prime testimonianze di miracoli che lo porterebbero ad essere proclamato Santo.

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