Lituania, il video dello schianto dell’aereo DHL a Vilnius: tra le ipotesi non escluso sabotaggio russo
Lo schianto contro una palazzina residenziale all'alba, i rilievi che proseguono, le indagini al vaglio del Dipartimento di Polizia lituano assieme alla Procura Generale. La vicenda dell'aereo cargo della Dhl in volo da Lipsia alla Lituania precipitato nella mattinata di lunedì 25 novembre a Vilnius, in Lituania, è ancora avvolta dal mistero.
Nonostante si trascini dietro un incendio, un morto (uno dei due piloti) e tre feriti, le ipotesi aperte sulle cause sono innumerevoli: dal guasto tecnico all'errore umano, fino alla pista terroristica ad opera di sabotatori russi. Risposte certe "non arriveranno in tempi rapidi", ha spiegato Arunas Paulauskas, chief commissioner della polizia lituana, che però è orientato soprattutto verso le prime due ipotesi.
Anche perché l'aereo sembra aver tentato un atterraggio senza, tuttavia, riuscire a raggiungere la pista dell'aeroporto a pochi chilometri dall'incidente. Ad ogni modo, l'atto terroristico non viene escluso a priori. Come scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, anche le autorità di sicurezza tedesche hanno avviato le indagini sul caso.
Le stesse che a fine agosto avevano messo in guardia contro "dispositivi incendiari non convenzionali" inviati da sconosciuti attraverso fornitori di servizi di trasporto merci dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione e dell'Ufficio federale della polizia criminale.
Dentro gli ambienti della security tedesca, l'episodio sarebbe collegato con un altro incidente relativo a un dispositivo incendiario spedito dentro un un pacco dai paesi baltici tramite Dhl che aveva preso fuoco nel centro logistico Dhl di Lipsia a luglio.
Stesso episodio accaduto nell'hub di Birmingham. L'artefice? In un'esclusiva del Wall Street Journal, due dirigenti della sicurezza occidentali in anonimo ritenevano che il tutto rientrasse in una più ampia campagna di sabotaggio russa mirata ad appiccare incendi a bordo di aerei cargo e passeggeri diretti in Usa e Canada tramite "massaggiatori elettrici con all'interno una sostanza infiammabile a base di magnesio".
Ipotesi che ha trovato sponde nella procuratrice polacca Katarzyna Calow-Jaszewska. Dopo alcuni arresti in Lituania e Polonia connesse con i pacchi incendiari inviati in diversi paesi europei, quest'ultima ha dichiarato che i pacchi si incendiavano spontaneamente o esplodevano e che le quattro persone arrestate con queste accuse avevano "l'obiettivo di trasferire i pacchi negli Stati Uniti e in Canada".
Di fronte ai recenti incendi di merci, l'azienda Dhl ha incrementato le misure di sicurezza interne. Thomas Haldenwang, ex presidente dell'Ufficio federale di polizia criminale, ha confermato a Politico che nell'ultimo periodo sono in atto azioni aggressive da parte dei servizi segreti russi. La Russia, però, continua a negare ogni tipo di coinvolgimento. Un portavoce del Cremlino ha ribattuto al Wall Street Journal che le sue sono "tradizionali insinuazioni infondate dei media".