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Conflitto Israelo-Palestinese

“L’Iran non poteva rimanere inerte di fronte alle azioni di Israele”. L’analisi dell’attacco

“Non sappiamo quanto potrà durare l’azione iraniana, potrebbe essere intensa ma breve come in passato. Quel che è certo è che più che un atto di forza sembrerebbe un gesto dettato dalla frustrazione per i continui manrovesci subiti recentemente e per il malcontento che inizia a serpeggiare sempre più insistentemente all’interno del Paese”.
A cura di Luigi Chiapperini
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C’era da aspettarselo. L’Iran non poteva rimanere inerte di fronte alle azioni di Israele che, per difendersi dai continui attacchi del proxy iraniano Hezbollah dal Libano, avevano annichilito il Partito di Dio. Ne avevano dapprima degradato la capacità operativa, poi disarticolato la struttura di comando controllo e comunicazioni ed eliminato i quadri intermedi e il leader supremo Nasrallah. Infine c’è stato l’attacco di terra nel sud del Libano.

Uno smacco dietro l’altro ed un affronto per il Paese degli Ayatollah, peraltro anch’esso colpito al cuore più volte in quanto ispiratore e diretto sostenitore dei gruppi terroristici che vogliono la distruzione di Israele. Anche Netanyahu aveva avvertito il suo popolo dichiarando, dopo i successi dei giorni scorsi, che Israele doveva comunque attendersi giorni difficili. Quel giorno è arrivato. Contestualmente ad alcune azioni terroristiche condotte in alcune città israeliane, centinaia di missili balistici stanno colpendo Israele.

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L’Iron Dome e gli altri sistemi di difesa aerea di Tel Aviv stanno facendo il solito grande lavoro, ma il numero di ordigni potrebbe saturarne le capacità. Non sappiamo quanto potrà durare l’azione iraniana, potrebbe essere intensa ma breve come in passato. Quel che è certo è che più che un atto di forza sembrerebbe un gesto dettato dalla frustrazione per i continui manrovesci subiti recentemente e per il malcontento che inizia a serpeggiare sempre più insistentemente all’interno del Paese.

Israele ha dimostrato che la soluzione dei problemi mediorientali non sta nella sua distruzione, perché ciò non sarà possibile, ma nella via del dialogo come quello avviato con l’arco sunnita di Egitto, Arabia Saudita, Giordania e Sudan. Lo capirà prima o poi anche l’Iran?

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Generale di Corpo d'Armata in quiescenza dei lagunari Luigi Chiapperini, membro del Centro Studi dell’Esercito, già pianificatore nel comando Kosovo Force della NATO, comandante dei contingenti nazionali NATO in Kosovo nel 2001 e ONU in Libano nel 2006 e del contingente multinazionale NATO in Afghanistan nel 2012, coautore del libro “Geopolitica e Strategia” (Edizioni Artestampa, 2024).
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