L’Iran: “Attacco del 7 ottobre contro Israele è stata vendetta per uccisione Soleimani”. Hamas smentisce
Nella guerra tra Hamas e Israele, che continua senza sosta, entra a gamba tesa anche l'Iran. I Guardiani della rivoluzione, i Pasdaran iraniani, hanno infatti affermato oggi che l'attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele è stato "una delle vendette" per l'uccisione del capo della Forza Quds, Qassem Soleimani, verificatosi in un raid Usa in Iraq nel gennaio del 2020.
"La cosiddetta Tempesta di al-Aqsa è stata una delle vendette per l'uccisione di Soleimani", ha detto il portavoce dei Pasdaran, Ramzan Sharif, minacciando che Teheran "risponderà" dopo che lunedì è stato ucciso in Siria un comandante dei Guardiani della Rivoluzione.
"Queste vendette continueranno in luoghi e momenti diversi", ha minacciato, ribadendo – come riporta l'agenzia iraniana Tasnim – che Seyed Razi Mousavi, ucciso lunedì nei pressi di Damasco in un raid attribuito a Israele, "era responsabile di sostenere i Guardiani della Rivoluzione in Siria e rafforzare l'asse della resistenza" e "ha avuto un ruolo significativo nella preparazione di combattenti della resistenza nella lotta contro l'Is".
L'Iran: "Sarà una vendetta dura, anche contro gli Usa"
Il portavoce ha collegato l'uccisione di Mousavi "alla sconfitta irreparabile subita" da Israele il 7 ottobre. "L'uccisione del martire Mousavi è un proseguimento delle violazioni delle leggi internazionali" da parte di Israele, ha accusato, chiedendo agli organismi internazionali di "fermare questo processo". Altrimenti, ha detto, "si metteranno in pericolo la pace e la sicurezza internazionale".
L'Iran, ha ribadito, "si riserva il diritto di vendicarsi" e "sarà una vendetta dura". Secondo Sharif, la "risposta sarà una combinazione di azioni dirette e del fronte della resistenza", ovvero gli alleati di Teheran nella regione. In questo contesto, con un riferimento alle milizie filo-iraniane di Iraq e Siria, per il portavoce dei Pasdaran "è importante che gli americani accettino di dover abbandonare la regione".
Dopo le operazioni attribuite a Israele in territorio siriano e libanese, Sharif ha anche accusato il governo israeliano di "voler allargare il conflitto e attaccare altri Paesi" in un momento in cui è "molto sotto pressione". Per Sharif, "una delle strategie" di Israele sarebbe quella di trasformare il conflitto con Hamas nella Striscia di Gaza in una guerra tra Iran e Usa.
La smentita di Hamas
Hamas ha subito smentito l'affermazione dei pasdaran iraniani secondo cui l'attacco del 7 ottobre in Israele è stato una risposta all'uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani 4 anni fa a Baghdad.
"Neghiamo – è detto in comunicato citato dai media – quando riferito dal portavoce delle Guardie Rivoluzionarie riguardo l'operazione e i suoi motivi. Abbiamo sottolineato più volte i motivi, il principale dei quali la principale è stata la minaccia alla moschea di Al-Aqsa. Ogni risposta della resistenza palestinese è una reazione all'occupazione e all'aggressione al popolo palestinese e ai luoghi santi".
Tensione tra Israele e la Turchia. Erdogan: "Netanyahu come Hitler"
Non solo l'Iran contro Israele. Sale la tensione anche tra Tel Aviv e la Turchia, complici le dichiarazioni del presidente Recep Tayyip Erdogan durante una cerimonia ad Ankara, trasmesse dalla tv di Stato Trt: "Quello che fa il premier israeliano Netanyahu non è da meno rispetto a quello che ha fatto (Adolf) Hitler", ha detto, aggiungendo che "oggi la Germania continua a pagare il prezzo di Hitler, per questo motivo non alzano la loro voce".
Immediata la risposta di Netanyahu: "Proprio Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime, è l'ultimo che ci può fare prediche. Il nostro è l'esercito più morale al mondo, che combatte ed elimina l'organizzazione terroristica più disgustosa e crudele al mondo. Hamas-Isis, che si è macchiata di crimini contro la umanità e che Erdogan invece loda, offrendo anche ospitalità ai suoi dirigenti".