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Guerra in Ucraina

L’inviato del Papa in Ucraina coinvolto in una sparatoria, colpi contro il suo convoglio: “Sta bene”

Sta bene Konrad Krajewski, cardinale elemosiniere inviato da Papa Francesco in Ucraina: spari sono stati fatti esplodere contro il convoglio a bordo del quale viaggiava insieme a due vescovi nella zona di Zaporizhia.
A cura di Ida Artiaco
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Konrad Krajewski (Wikimedia).
Konrad Krajewski (Wikimedia).
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L'inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, è rimasto coinvolto in una sparatoria mentre si trovava a Zaporizhia.

Il convoglio a bordo del quale viaggiava insieme a a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, è stato raggiunto da colpi d'armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo.

"Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire… perché non basta correre, bisogna sapere dove", ha detto a Vatican News parlando da Zaporizhia. Il cardinale, che oggi ha caricato il suo pulmino di aiuti e si è inoltrato dove "oltre i soldati non entra più nessuno" perché i colpi si fanno più fitti, sta bene.

Tutto alla fine è andato bene e gli aiuti sono stati consegnati, anche i rosari benedetti da Papa Francesco.

Il cardinale, inviato del Pontefice, sta così proseguendo il suo viaggio per la quarta volta in terra ucraina seguendo tappe diverse fino al cuore del conflitto: prima Odessa poi Zaporizhia, con l’intenzione di raggiunge anche Kharkiv, dove nei giorni scorsi la controffensiva di Kiev è riuscita a strappare al controllo dei russi numerose aree.

Intanto, proprio Zaporizhia è arrivata la notizia che la centrale nucleare che si trova lì, la più grande d'Europa, attualmente sotto controllo russo è stata ricollegata alla rete elettrica dell’Ucraina. Lo ha reso noto l’Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica i cui delegati avevano nei giorni scorsi fatto visita all’impianto.

"Con la riconnessione della linea principale ieri pomeriggio, le tre linee di emergenza stanno venendo tenute nuovamente in riserva", spiega l'Aiea, "le altre tre principali linee elettriche esterne da 750 kilovolt, che erano andate perse in precedenza durante il conflitto, rimangono inattive".

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