Libia, via libera ai droni armati dall’Italia. Imminente un attacco via terra all’Isis
Entro una settimana droni armati partiranno dalla base americana di Sigonella, in Sicilia, per colpire l'Isis in Libia. Per ora si dovrebbe trattare solo di azioni "di difesa", quindi di vigilanza e controllo, che però, in caso di necessità, potranno attaccare le truppe dello Stato Islamico a terra, previa autorizzazione del ministero della Difesa italiana. Una discriminante estremamente labile che di fatto pone il nostro Paese al centro delle operazioni militari contro il Califfato che sta spostando il suo baricentro dalla Siria alla Libia. Per un esclusivo motivo geografico: i caccia F15 americani che la scorsa settimana hanno colpito la città di Sabratha, nell'Ovest del Paese, ai confini con la Tunisia infatti erano partiti dall'Inghilterra e hanno dovuto effettuare ben sei rifornimenti in volo, tra andata e ritorno.
Ma, come spiegano gli analisti militari, tra cui il generale Fabio Mini, non c'è azione con i droni che non sia supportata dalle truppe di terra. Quindi un intervento della fanteria è solo questione di ore. I potenti aerei senza piloti, 11, sei Global Hawk e cinque Predator B che possono caricare fino a 7mila kg di bombe e missili Hellfire, capaci di mettere a fuoco una moneta da 20mila metri di quota, che costano 200 milioni di dollari l'uno, serviranno quindi per coprire le forze di terra. Il piano esisterebbe già: si tratterà di almeno 5mila soldati italiani, francesi ed inglesi, rispettivamente in Tripolitania, Fezzan e Cirenaica con la supervisione degli Stati Uniti e il benestare dell'Onu.
L'operazione in Libia sarebbe già pronta perché la pianificazione è iniziata molti mesi fa con uno scrupoloso studio degli obiettivi sensibili: sarebbero già 200 i target individuati sul suolo libico. L'operazione militare trova però grosse difficoltà con una situazione libica frastagliata, caotica e in continua evoluzione fino al punto che la coalizione internazionale non è ancora sicura se appoggiare il parlamento di Tobruk e l’armata del generale Haftar per puntare sull’altra compagine, quella di Tripoli.
Intanto, mentre oggi a Sabratha si è registrata un'altra strage con i miliziani dell'Isis che hanno ucciso e decapitato 19 guardie del consiglio militare della città, da Parigi, arriva la notizia che l'intelligence francese avrebbe già posto in essere numerose azioni militari non autorizzate mirate a colpire i dirigenti dell'Isis su suolo libico. Lo scrive Le Monde che aggiunge che l'obiettivo dei francesi non è quello di vincere la guerra, ma solo di assestare colpi al Califfato. Un alto funzionario della difesa, infine, ha detto al giornale che "l'ultima cosa da fare sarebbe intervenire in Libia. Bisogna evitare ogni ingaggio militare aperto, bisogna agire discretamente".