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Libia, un portavoce annuncia che Gheddafi è disposto a trattare

Mentre si cerca il colonnello in tutta la Libia, Al Jazeera annuncia che l’ex dittatore vuole trattare la formazione di un governo di transizione. Il Cnt chiarisce che non vi è nessuno spazio per il dialogo e intanto raccoglie altre prove di crimini commessi dal Rais.
A cura di Antonio Palma
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Caccia a Gheddafi

Mentre tutti sono impegnati nella ricerca del suo rifugio, Muammar Gheddafi cerca in tutti i modi di tenere il centro della scena. Se prima aveva tentato più volte la carta della paura e dell’incitamento ai suoi seguaci con i vari comunicati audio rivolti alla nazione, ora sembra si sia deciso a voler trattare. A quanto riferisce Al Jazeera, uno dei portavoce del colonnello, Mussa Ibrahim, avrebbe telefonato all’agenzia giornalistica Associated Press per annunciare l’intenzione del colonnello di voler trattare con il Cnt la formazione di un governo di transizione. La stessa fonte ha rivelato che Gheddafi si troverebbe ancora in Libia e avrebbe nominato il figlio Saadi come negoziatore per conto suo.

Al di la della veridicità di queste informazioni, non si può dimenticare che, dalla presa di Tripoli da parte dei ribelli, proprio il figlio del Rais ha più volte cercato di imporsi e autoproclamarsi negoziatore per conto del padre. Ma sappiamo bene come il Cnt ha chiarito che spazi di dialogo non c’e ne sono, a meno che il Rais non scelga di consegnarsi o almeno prenda la via dell’esilio.

I ribelli intanto stanno cercando in tutti i modi di capire se in realtà Gheddafi sia ancora in Libia e stanno concentrando le loro forze in alcuni punti specifici in cui si ritiene potrebbe essersi nascosto. Dopo la notizia di una sua fuga in Algeria è arrivata una secca smentita da parte del governo algerino, aumentando ancora di più i dubbi circa la sua presenza in territorio libico. Molti pensano che il Rais si sia rifugiato in qualche bunker sotterraneo così come fece un altro ex dittatore, Saddam Hussein, e sperano che qualcuno dei suoi lo tradisca anche in ragione della promessa di amnistia per chi lo consegna, fatta dal Cnt.

Gheddafi in Fuga

Gheddafi è stato cercato in diverse zone, prima nella sua cittadella di Bab al Aziziya, poi a sud di Tripoli nel quartiere di Abu Salim, poi ancora a Sebha ed, infine, ora lo si cerca nella sua città Natale, Sirte. I ribelli, mentre si trovano a circa 30Km dalla città e man mano che la loro avanzata si fa più minacciosa, cercano al contempo di trovare un accordo con le tribù locali per evitare altro spargimento di sangue.

A Gheddafi, se non fuggirà, sono riservati due destini differenti, o l’esecuzione sommaria, come molte ali estremiste dei ribelli vorrebbero, o un regolare processo in tribunale, come sperano quasi tutte le potenze occidentali e come ha promesso di voler fare il Cnt. Nella seconda ipotesi è da stabilire se il processo verrà fatto in Libia o alla Corte Penale Internazionale. Intanto continuano ad accumularsi le prove contro i crimini dell’ex dittatore, ieri scoperti i corpi di 170 prigionieri uccisi e poi bruciati in un edificio della base della 32ª brigata dell’ex esercito regolare libico e accuse di violenze sono arrivate anche da quelle che Gheddafi definiva le sue guardie personali, le amazzoni, che ora incolpano Gheddafi e i suoi figli di stupro e abusi.

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