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Libia, ultimatum dei ribelli a Gheddafi: “Lasci il paese entro tre giorni e non sarà processato”

Mentre continuano gli scontri ad Al Zawiya e nella città portuale di Ras Lanuf, i ribelli hanno lanciato un ultimatum al colonnello Gheddafi per lasciare la Libia entro 72 ore.
A cura di Cristian Basile
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ribelli bengasi libia

I ribelli non perseguiranno il leader libico Mu'ammar Gheddafi per i crimini commessi nel caso dovesse rinunciare al suo incarico entro le prossime 72 ore. Ad annunciarlo è stato il capo del Consiglio Nazionale Libico degli insorti, con sede a Bengasi, la città della Libia dalla quale è partita la rivolta contro il colonnello. "Se Gheddafi lascerà la Libia nelle prossime 72 ore e fermerà i bombardamenti noi, i libici,  non lo perseguiremo per i crimini che ha commesso", ha sentenziato Mustafa Abdel Jalil, ex ministro ella Giustizia in una dichiarazione telefonica alla televisione araba Al Jazeera.

Jalil ha aggiunto anche che l'ultimatum è improrogabile e che non si estenderà oltre i tre giorni annunciati. Poche ore prima di questo annuncio, le notizie sulla possibilità che Gheddafi volesse negoziare la propria rinuncia erano diverse e molto confuse. Infatti, si era diffusa la voce che il dittatore avesse mandato un suo emissario a Bengasi per trattare con i ribelli, ma che quest'ultimi avrebbero rifiutato qualsiasi tipo di accordo.

Poco fa, però, la televisione libica ha smentito la notizia tramite un responsabile del ministero degli Esteri di Tripoli ha definito la notizia come una "sciocchezza". Tuttavia, un portavoce del Consiglio Nazionale Libico da Bengasi, quartier generale delle forze d'opposizione, ha confermato che un rappresentante del regime ha cercato di negoziare l'esilio di Gheddafi.

Intanto sul fronte di guerra le ultime notizie parlano di un'ulteriore avanzata delle forze leali al dittatore che dopo aver riconquistato la città di Al Zawiya, starebbero per far cadere anche Ras Lanuf tanto che secondo alcuni testimoni, i carri armati e l'artiglieria dell'esercito starebbero bombardando violentemente anche le abitazioni, così come i caccia che invece starebbero attaccando l'importante porto della città. Queste notizie hanno portato a Bengasi, roccaforte dei ribelli, un forte senso di incertezza, facendo evaporare l'euforia per una rapida vittoria contro Gheddafi.
La guerra purtroppo sembra quindi destinata a continuare ancora per molti giorni, essendo giunti quasi ad una situazione di stallo: da una parte Gheddafi, con un grande armamento ma con pochi soldati e mercenari disposti a combattere per lui; dall'altra parte i ribelli, che hanno molti uomini ma pochissime armi.

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