Libia, tra le macerie di Derna dopo l’alluvione: in un’auto distrutta spunta un certificato di laurea
Un foglio di carta bianco ancora sporco di fango e terriccio è incastrato tra i rottami di un'auto distrutta. A Derna, in Libia, dove l'alluvione dell'11 settembre ha annientato tutto il Paese, non si respira altro che tristezza e smarrimento.
La città ha perso il suo aspetto naturale ed è diventata solo una grossa discarica di tutto: calcinacci, resti di edifici crollati, auto accartocciate, pezzi di arredo di case annientate in un attimo, svariati oggetti personali che ricordano che sul quel territorio, prima, c'era la vita.
Vagando tra le strade del centro stravolte dalla tempesta Daniel, la quantità di oggetti abbandonati e trasportati dal vento è enorme. Proprio all'interno di un'auto inghiottita dal fango spunta un pezzo di carta strappato con su scritto il nome "Shifa Attia Taher Boujlidin".
Si tratta di un certificato di laurea rilasciato dal Ministero dell'Istruzione Superiore, poggiato sul sedile accanto a quello dell'autista, raccolto insieme ad altri numerosi documenti.
I finestrini dell'auto sono rotti e questo permette di estrarre con cura il foglio: non c'è scritto nient'altro, nessun dettaglio utile a rintracciare il proprietario di quei documenti. Nonostante siano passati giorni dall'alluvione, l‘inchiostro sul foglio non è sbiadito e ha lasciato intatto solo il nome di quel ragazzo, vivo o forse morto.
In città la disperazione sta lasciando il posto alla rabbia: i cittadini sfollati e i sopravvissuti piangono per una tragedia che si poteva evitare. Le proteste non si fermano, il popolo libico chiede di far luce sui responsabili della catastrofe e la caduta del parlamento, mentre il mare continua a restituire corpi senza vita.