Libia, si temono almeno 200 morti nei due naufragi a largo di Zuwara
Ore 14.45 – Mentre ancora si contano i morti del doppio naufragio in Libia la nave Mimbelli della Marina Militare è intervenuta in soccorso di due gommoni carichi di profughi nel Canale di Sicilia. Non solo: a bordo della nave Fiorillo della Guardia Costiera sbarcata a Reggio Calabria sono giunti anche quattro cadaveri, appartenenti a tre donne e un uomo. Le prime sono morte per le esalazioni di carburante, mentre l'altro è annegato poco prima dell'arrivo dei soccorsi.
Ore 12.30 – Sale il bilancio delle vittime dell'ennesima strage di migranti nel Canale di Sicilia. Secondo fonti autorevoli citate da La Stampa i morti accertati sarebbero 200: 160 cadaveri sarebbero stati recuperati in mare davanti alle coste di Zuwara, mentre altri 40 sono stati trovati all’interno della stiva di un barcone che si è arenato su una spiaggia.
UPDATE ore 9.10 – Secondo la BBC sarebbero già oltre 100 i migranti morti nel naufragio a largo della città libica di Zuwara. Il bilancio delle vittime è destinato a salire, così come è stato aggiornato quello delle persone trovate senza vita in un tir in Austria. Non sono 50 come si credeva inizialmente, ma oltre 70.
Nel giorno in cui in Austria è stato trovato un ti carico di migranti morti si registra la nuova, ennesima, strage a bordo di barconi a largo delle coste libiche. Stando a quanto reso noto dalla BBC, che ha citato residenti e funzionari libici, ad affondare sono stati due barconi. Il primo ha lanciato la richiesta di aiuto e trasportava 50 persone, mentre il secondo – colato a picco successivamente – oltre 400. Di questi ne sono stati tratti in salvo 201 e il timore è che gli altri siano rimasti intrappolati nello scafo affondato. Tra i morti – secondo un funzionario della sicurezza libico – ci sarebbero siriani, bengalesi ed africani che si erano imbarcati a Zuwara, vicino al confine tra Tunisia e Libia.
Nel frattempo la Guardia Costiera libica ha riferito che, dei 201 tratti in salvo, 147 sono stati spostati in un campo di detenzione per clandestini a Sabratha. Normalmente il governo libico rimpatriava i migranti, ma la recente esplosione di nuove tensioni tribali ha fatto optare per i campi di detenzione, dove i migranti rischiano di rimanere per mesi in condizioni di vita difficilissime.
Nella serata di ieri intanto è arrivata nel porto di Palermo la nave svedese con a bordo i corpi dei 52 profughi morti asfissiati nella stiva di un barcone che li stava trasportando in Italia e a bordo del quale viaggiavano 571 persone, tra cui 67 bambini e 54 donne. La situazione è dunque sempre più complessa e anche i magistrati della Procura di Palermo, coordinati dal Procuratore Aggiunto Maurizio Scalia, denunciano enormi difficoltà nell'accertare le cause delle stragi. Troppo pochi i sette magistrati impiegati nel tentativo di stabilire la verità: "Abbiamo enormi difficoltà ad indagare", spiega Scalia. "Mi dispiace ammetterlo, ma siamo in serie difficoltà nella gestione delle indagini sui trafficanti di uomini e sulle tragedie in mare, come quella dei 52 morti. Al momento il pool da me coordinato è composto da sette magistrati, ma non bastano. Dovremo ampliarlo ulteriormente". Il lavoro degli inquirenti è reso ancor più difficile dalla scarsità di interpreti. "Sono inchieste particolarmente complesse – lamenta il pm – Sia noi che la Polizia siamo in difficoltà perché dobbiamo gestire tante situazioni. Lo sbarco in sé ci dà problemi relativi perché è un tipo di lavoro standardizzato e sappiamo come muoverci. Però c'è il problema che si sono accumulati nell'ultimo periodo una serie di sbarchi, con l'arresto di diversi scafisti. I colleghi che sono già impegnati su questo fronte avranno adesso una serie di scadenze e di udienze, ecco perché parlo di difficoltà. E' necessario ampliare per questo motivo il gruppo".