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Libia, Sarkozy e Cameron: “Aumentiamo la pressione militare contro Gheddafi”

Dopo l’incontro di ieri tra Sarkozy e Cameron, i due leader sono d’accordo nell’aumentare la pressione militare su Gheddafi. L’Europa intanto è divisa, ancora una volta, sulla scelta o meno di armare i ribelli.
A cura di Cristian Basile
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Sarkozy Cameron Libia

La Francia ed il Regno Unito, due degli alleati originari della coalizione contro il regime di Gheddafi, continuano a trovarsi in sintonia ed a mantenere le loro posizioni su quello che andrebbe fatto per fermare il dittatore libico: aumentare la pressione militare. E' questa la conclusione alla quale sono giunti il primo ministro britannico, David Cameron, ed il presidente francese, Nicolas Sarkozy, dopo la riunione di ieri all'Eliseo, alla vigilia del vertice NATO di Berlino.

I due leader europei sono s'accordo nel continuare la pressione sul dittatore, "che continua determinato nella guerra contro la sua stessa popolazione", ha commentato l'Eliseo. "È importante che la coalizione mostri la sua piena determinazione a proteggere la popolazione civile, a far cessare gli assedi, degni del Medio Evo, di Misurata e Zenten, e a far rientrare le truppe di Gheddafi nelle loro caserme".

LA POSIZIONE AMBIGUA DELLA FRANCIA

Una fonte dell'Eliseo che ha partecipato alla riunione ha affermato che la Francia non ha previsto, nei suoi piani, di inviare armi ai ribelli, anche se non si oppone alla decisione di altri paesi di farlo. La fonte ha chiarito che la Francia considera che la risoluzione 1973 approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU non proibisce di armare gli insorti, ma che in questo momento Parigi non vede motivi sufficienti per farlo. "Non lo faremo. E nemmeno i britannici per quello che so", ha spiegato la fonte. "Il Consiglio Nazionale di Transizione non ha problemi a trovare le armi" ha concluso.

L'EUROPA DIVISA ANCORA UNA VOLTA

La questione della armi si è dunque convertita in un argomento delicato e controverso nella crisi libica. L'appoggio politico ai ribelli non si è tradotto in un impegno a fornire loro armi che li avrebbero aiutati a difendersi. Se da una parte l'Italia è favorevole ad armare gli insorti, dall'altra Regno Unito e Francia desiderano aumentare i bombardamenti mentre Germania, Turchia e Spagna insistono per una soluzione politica. Ancora una volta, insomma, l'Europa unita si mostra, e su questioni cruciali, più divisa che mai.

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