Libia, rivelazione del Telegraph: “Forze speciali USA e inglesi già in azione”
In Libia sono già attive forze straniere: dopo le rivelazioni di Le Monde, secondo cui l'esercito francese starebbe portando avanti operazioni segrete nelle zone controllate dallo Stato Islamico, è un altro giornale – l'inglese Sunday Telegraph – ad affermare che forze speciali britanniche, in collaborazione con quelle statunitensi, starebbero addestrando i militari libici. L'inviata da Washington del quotidiano britannico Ruth Sherlock, citando "fonti occidentali", sostiene che un "piccolo numero" di militari inglesi sta collaborando alla missione di addestramento dei colleghi americani nella città di Misurata, situata tra Tripoli e Sirte.
Quello del Sunday Telegraph non è in realtà uno scoop: già ieri infatti il Mirror aveva riferito della presenza nel paese nordafricano di uomini del Sas (Special Air Service), dispiegati il mese scorso a Sud di Tobruk, nell'Est del Paese, per condurre operazioni contro il Califfato in collaborazione con gli alleati statunitensi e francesi. Secondo il Telegraph gli esperti marines americani nelle ultime settimane hanno iniziato a "fornire un addestramento tattico" a gruppi armati locali. Fonti libiche hanno confermato la presenza anche dei britannici, spiegando però che sono "molto nelle retrovie".
Mentre francesi, americani e inglesi addestrano le milizie libiche che dovranno battersi contro lo Stato Islamico si attende – a giorni – l'intervento dei droni che decolleranno da Sigonella, in Sicilia. La scorsa settimana è stato il Wall Street Journal a rivelare l'accordo segreto tra i governi USA e Italia. Il Presidente del Consiglio Renzi aveva confermato, spiegando tuttavia: "Le autorizzazioni sono caso per caso. È evidente che se si tratta di fare delle iniziative contro dei terroristi, dei potenziali attentatori dell’ISIS, c’è uno stretto rapporto tra noi e, soprattutto gli Americani, gli altri alleati, di conseguenza siamo in piena sintonia con i nostri partner internazionali. Il punto vero è che si vedono dei piccoli segnali di speranza in Siria, queste sono ore decisive per il governo in Libia, dunque è del tutto fisiologico e naturale che priorità, sempre e comunque è quella di una risposta diplomatica. Poi naturalmente se abbiamo delle prove, delle evidenze che ci sono degli attentatori, dei kamikaze che si stanno preparando, dei potenziali attentatori, è evidente che l’Italia fa la sua parte insieme a tutti gli altri".