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La Libia all’Onu: “Togliere embargo sulle armi per combattere l’Isis”

Alla riunione del Consiglio di sicurezza Onu la Libia ha chiesto il ritiro dell’embargo sulle armi imposto nel 2011.
A cura di Antonio Palma
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Ore 23.00 – Come prima misure per impedire l'avanzata dell'Isis la Libia ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu che venga immediatamente ritirato l'embargo sulle armi: "La Libia – ha detto davanti al Consiglio di sicurezza il ministro degli esteri Mohamed Dayri – ha bisogno di una posizione decisiva da parte della comunità internazionale per aiutarci a rafforzare le nostre capacità militari per meglio combattere contro i jihadisti e ciò implica la revoca dell'embargo sulle armi". Il governo di Tripoli può importare armamenti solo con la supervisione di una commissione del Consiglio di sicurezza. La posizione dell'Italia è stata portata da Sebastiano Cardi, rappresentante permanente per conto del nostro paese. "L'Italia – ha detto – è determinata a contribuire alla stabilizzazione della Libia attraverso il dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite ed è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell'iniziativa Onu. Siamo pronti a contribuire al monitoraggio di un cessate il fuoco e al mantenimento della pace, pronti a lavorare all'addestramento delle forze armate in una cornice di integrazione delle milizie in un esercito regolare e per la riabilitazione delle infrastrutture. Siamo anche pronti a curare le ferite della guerra e a riprendere il vasto programma di cooperazione con la Libia: la popolazione civile deve poter toccare con mano i vantaggi della riconciliazione auspicata dalla comunità internazionale".

Ore 11.30 – "Dalla Libia infiltrazioni su barconi". Intanto secondo indiscrezioni rivelate dal Daily Telegraph, i jihadisti avrebbero intenzione di utilizzare la Libia "come porta d'ingresso" per la guerra in tutta l'Europa meridionale. L'Isis in pratica vorrebbe sfruttare a pieno quello che definisce il potenziale della Libia. "La Libia è a circa 300 miglia a sud dello stato europeo più vicino. Ha una lunga costa e gli Stati crociati del sud possono essere raggiunti con facilità anche da una barca rudimentale" avrebbe scritto in alcuni documenti uno dei principali reclutatori dello Stato islamico in Libia. L'Isis in pratica vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e creare scompiglio in tutta europa iniziando ad attaccare le "compagnie marittime e le navi dei Crociati".

UPDATE 10.40 – Blitz egiziano a Derna. Nonostante non vi sia nessuna autorizzazione dell'Onu, l'Egitto continua con il suo intervento militare in Libia contro l'Isis. Dopo i raid aerei dei giorni scorsi a seguito dell'uccisioni di alcuni cittadini egiziani da parte dei jihadisti dell'Isis, fonti locali parlando ora addirittura di un intervento via terra delle forze armate egiziane. Sia fonti libiche ed egiziane infatti parlando di un'operazione in corso da parte delle forze speciali egiziane a Derna, città dichiaratasi Califfato dell'Isis. Nel blitz sarebbero stati catturati decine di jihadisti dell'Isis.

Importante vertice oggi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul caos libico. Le nazioni Unite infatti dovranno prendere posizione su quanto sta accadendo in Libia in queste ore dopo che i jihadisti dell'Isis hanno preso il controllo di una parte del Paese arrivando fino a Sirte. Dopo l'ipotesi di un intervento armato avanzata nei giorni scorsi, ora la diplomazia internazionale frena ed è probabile che non ci sia nessun intervento militare sotto le bandiere dell’Onu. A chiedere fortemente una riunione del consiglio di sicurezza Onu era stato l'Egitto che ieri ha bombardato per il secondo giorno consecutivo le postazioni dei jihadisti del'Isis in Libia. Il leader egiziano Al Sisi in particolare aveva chiesto una risoluzione che autorizzasse interventi militari in Libia e la composizione di nuova coalizione internazionale in chiave anti Isis. Una richiesta che forse sarà destinata a rimarne sulla carta, almeno per il momento. Poco prima del vertice Onu infatti una nota congiunta di Washington e dei Paesi europei ha chiarito che per ora si tratta ancora per una soluzione politica al conflitto perché una guerra "favorirebbe solo il terrorismo che colpisce tutti i libici".

Europa e Washington frenano su intervento

I governi di "Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia. L'efferata uccisione di ventuno cittadini egiziani in Libia, da parte di terroristi affiliati all'Is, sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, Is compreso" spiega la nota delle diplomazie occidentali. La speranza insomma è che la formazione di un governo di unità nazionale che metta d'accordo le varie fazioni libiche possa riuscire a contenere l'avanzata dell'Isis.

L'Isis verso la Tunisia

Intanto in Libia si continua a combattere. I miliziani delle brigate di Misurata  che sostengono il governo parallelo di Tripoli hanno liberato nelle scorse ore la città di Sirte che era finita nelle mani dei jihadisti dell'Isis, mentre dal Cairo continua l'offensiva aerea contro le postazioni del califfato in Libia. Il premier libico Abdallah Al Thani, parlando alla radio tunisina Express Fm ha avvertito che membri dell'Isis stanno raggiungendo i gruppi terroristici presenti in Libia precisando che questi ultimi si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia. Anche per questo la Tunisia ha dispiegato lungo il confine con la Libia unità dell'esercito per difendersi da "eventuali minacce contro l'integrità territoriale del Paese e per impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi".

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