Il giallo della morte del generale Haftar, il portavoce smentisce: “Tornerà presto in Libia”
"Il generale libico Khalifa Haftar è morto": lo avevano annunciato senza esitazione i media libici, sostenendo che il comandante dell'Esercito Nazionale libico, 74 anni, fosse deceduto nell'ospedale parigino dove era stato ricoverato da circa una settimana per un'emorragia cerebrale. La notizia era stata confermata anche da fonti delle autorità di Tripoli all'agenzia di stampa russa Ria e dal deputato egiziano Mostafa Bakry, ma, come in un vero e proprio giallo, dopo diverse ore è arrivata la smentita. Il generale libico, principale oppositore di Tripoli, è effettivamente ricoverato in un ospedale a Parigi, ma tornerà in Libia tra qualche giorno per “continuare la lotta al terrorismo”, ha spiegato infatti il suo portavoce smentendo così la notizia della morte riportata dai media locali.
In realtà da giorni si inseguiva la notizia di un suo malore. Informazione prima smentita poi confermata e ora di nuovo smentita. Il comandante delle forze armate fedeli al Parlamento di Tobruk in effetti si trovava ricoverato all’ospedale Val de Grace nella capitale francese dallo scorso 5 aprile e questo aveva dato l'avvio alle voci incontrollate in Libia dove qualcuno aveva anche parlato di un ictus. Il portavoce delle forze di Haftar nell’est del paese, Ahmed Al-Mismari, aveva già smentito il peggioramento delle condizioni di salute del generale. “Tutte le notizie sono false. Il comandante Haftar è in eccellenti condizioni e sta seguendo da vicino le operazioni militari in corso”, aveva detto Al-Mismari. Secondo il portavoce, si è sentito male nel corso di una serie di visite programmate in diversi Paesi e quindi si è recato in un ospedale di Parigi per normali esami medici. Al momento però non sono stati forniti elementi precisi sullo stato di salute di Haftar
Khalifa Belqasim Ḥaftar, nato a Agedabia, nel 1943, è stato tra i generali di Muammar Gheddafi nella guerra contro il Ciad. Nel 1987, durante il conflitto, cadde prigioniero nel corso della battaglia di Ouadi-Doum. Tornò libero nel 1990 sotto la protezione degli Stati Uniti, dove poi trascorse quasi 20 anni, ottenendo anche la cittadinanza americana. Alcune voci dicevano che fosse un agente della Cia, ma lo stesso generale ha sempre smentito. Nel 2011 è rientrato in Libia per sostenere l'insurrezione contro il regime di Gheddafi. Provò anche a diventare il capo militare della rivolta, ma il Consiglio nazionale di transizione lo fermò. Abd al-Fattah Yunis divenne comandante in capo delle forze armate ribelli, Omar al-Hariri fu Capo di Stato Maggiore di Yunis, e Haftar si accontentò di essere il numero 3 della gerarchia dell'esercito, col grado di tenente generale.