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Libia, l’ONU annuncerà oggi le sanzioni. Gli Usa non escludono intervento militare

Mentre in Libia non si placano le violenze, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deciderà oggi le eventuali sanzioni contro il regime di Gheddafi.
A cura di Cristian Basile
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Il progetto di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha descritto la violenta repressione delle ultime settimane in Libia, da parte del colonnello Gheddafi, come "crimine contro l'umanità". Il testo, che tra l'altro propone che gli atti violenti della Libia  vengano trattati dal Tribunale dell'Aia, redatto dalla Francia e dalla Gran Bretagna, chiede un embargo sulla vendita di armi, il divieto dei viaggi verso il paese ed il blocco dei fondi della cupola del regime.

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu negozierà oggi le eventuali sanzioni sollecitato dal segretario generale Ban Ki-moon e del suo ambasciatore a Tripoli che hanno chiesto un intervento veloce . Gli ambasciatori dei 15 stati membri dell'organo di sicurezza si riuniranno, quindi, oggi pomeriggio per cercare di superare le divergenze che hanno impedito l'adozione del testo già ieri. "La nostra speranza è che si adotti la risoluzione quanto prima, è se è possibile domani pomeriggio" ha dichiarato ieri il rappresentante francese Gerard Araud.

Araud ha specificato che tra le misure che ha preso in considerazione il Consiglio non c'è nessuna operazione militare, nè la dichiarazione di una zona si esclusione aerea sullo spazio libico. "Abbiamo osservato che ci sono posizioni comuni" rea i membri dell'organismo per inivare un forte messaggio al regime di Mu'ammar Gheddafi. Tuttavia gli Stati Uniti hanno annunciato che non escludono un'operazione militare.

Da parte sua, il presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, la brasiliana Maria Luiza Ribeiro Viotti, ha letto una dichiarazione dell'organismo che ha ribadito la profonda preoccupazione per le informazioni che arrivano dalla Libia ed ha chiesto la cessazione immediata della violenza. Ha anche insistito sull'obbligo delle autorità libiche di garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e di facilitare l'uscita dal paese. "I membri del consiglio stanno considerando con urgenza un progetto di risoluzione che includa misure specifiche e particolari con l'obiettivo di porre fine alle violenze" ha aggiunto la Ribeiro Viotti.

Prima di iniziare le negoziazioni, il Consiglio di Sicurezza ha ascoltato un'emozionante intervento dell'ambasciatore della Libia all'Onu, Abdurrahman Mohamed Shalgham. "Per favore, Nazioni Unite, salvate la Libia. No allo spargimento di sangue, no alla morte di innocenti. Vogliamo da voi una risoluzione forte, rapida e coraggiosa" ha chiesto il rappresentate diplomatico che si considera un amico personale di Gheddafi e che fino ad oggi non aveva rotto chiaramente con il regime di Tripoli. Shalgham ha accusato Gheddafi ed i suoi figli di mettere i libici davanti al dilemma di essere soggiogati o morire per mano delle forze di sicurezza. "Ho detto al mio fratello Gheddafi: lascia la Libia in pace" ha concluso l'ambasciatore.

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