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Libia, liberi due tecnici stranieri rapiti. Dell’italiano Vallisa nessuna notizia

Le tracce di Vallisa sono state perse sabato: era con due colleghi stranieri, che ora sarebbero stati liberati secondo la Farnesina. Il tecnico italiano si trovava a Zuwara, città nota per il traffico illegale di immigrati.
A cura di Biagio Chiariello
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Sarebbero stati liberati i due tecnici stranieri scomparsi sabato in Libia insieme con Marco Vallisa. Lo conferma la Farnesina, sottolineando che purtroppo non è stato riservato lo stesso trattamento all’uomo , 53 anni, originario di Cadeo, in provincia di Piacenza, di cui si erano perse le tracce a Zuwara, nell'ovest della Libia, città nota per il traffico illegale di immigrati e dalle cui coste tentano di emigrare migliaia di clandestini verso l'Europa. Petar Matic ed Emilio Gafuri, questi i nomi dei due tecnici tornati in libertà, sono attesi alla sede della Piacentini, la ditta per la quale lavoravano proprio a Zuwara. La Farnesina aggiunge come stiano invece proseguendo tutte le attività “per arrivare quanto prima a una conclusione positiva della vicenda che riguarda il nostro connazionale”.

Vallisa e gli altri due rapiti
Vallisa e gli altri due rapiti

Vallisa è stato rapito sabato in Libia

Sabato mattina si erano perse le tracce di Vallisa e dei suo colleghi che si trovavano in Libia per lavoro.  La Piacentini si occupa di trivellazioni, palificazioni e lavori edili che richiedono un'alta specializzazione. Subito si è pensato a un rapimento anche se non è arrivata alcuna rivendicazione. "L'ultima volta che abbiamo sentito Marco è stato venerdì: aveva la stessa voce di sempre, non era preoccupato e non aveva timori, anche perché la zona in cui lavora è sempre stata tranquilla, lontana dalle tensioni, e non ha mai avuto problemi di sicurezza". Lo ha detto al sito Piacenza24.eu Corrado Vallisa, il fratello del tecnico rapito in Libia. "Poi – ha aggiunto – sabato siamo stati contattati dalla Farnesina, che ci ha comunicato che Marco era irreperibile: a quel punto abbiamo cominciato a chiamarlo sul cellulare, ma all'inizio non rispondeva, poi il cellulare si è spento. Ora non sappiamo più nulla di lui. Aspettiamo che chi ha rapito Marco e i suoi colleghi chieda il riscatto, non so se vorranno armi o soldi, non lo so. Io sono convinto che l'abbiano sequestrato, ma allo stesso tempo ho fiducia, sì, sono fiducioso".

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