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Libia, liberati gli ostaggi italiani Filippo Calcagno e Gino Pollicardo

I due operai della Bonatti erano stati sequestrati a luglio.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 16 – Le forze di sicurezza libiche avrebbero ingaggiato uno scontro a fuoco durante il blitz per la liberazione dei due italiani coinvolgendo anche 6 terroristi, tra questi una donna tunisina che si sarebbe fatta esplodere uccidendo anche due suoi figli. Lo rendono noto media locali, citando una fonte del comune di Sabratha dove è avvenuta la liberazione. Secondo questa fonte citata dal sito Assabah News, gli uomini del "Consiglio Militare", responsabile della sicurezza della città, hanno circondato una casa di un quartiere meridionale: a quel punto la donna che "indossava una cintura esplosiva" si è fatta saltare in aria. Stando a questa ricostruzione i militari, "entrando per ispezionare la casa" che si trova presso una fabbrica di mattoni nel Sud di Sabratha, "hanno trovato i due ostaggi italiani".

Ore 15.10 – Il quotidiano libico Akhbar Libya spiega che non c'è al momento nessuna prova del coinvolgimento dello Stato Islamico nel rapimento dei quattro italiani, anche se il coinvolgimento del califfato non è stato escluso. Al momento si parla semplicemente di "bande criminali", ovvero presumibilmente membri di uno dei centinaia di gruppi armati che imperversano nel paese dalla caduta di Gheddafi.

Ore 13.15 – Hussein al-Zawadi, capo del Consiglio municipale di Sabrata, sostiene che Calcagno e Pollicardo siano riusciti a sfondare da soli la porta principale della casa in un cui erano tenuti prigionieri nella parte nord-ovest della città libica, fuggendo in questo modo da un gruppo affiliato all’Isis. Naturalmente anche questa versione andrà verificata.

Ore 13 – A Monterosso, in provincia di La Spezia, il parroco ha fatto suonare le campane a festa dopo la notizia della liberazione di Gino Pollicardo. "È una gioia immensa – ha detto il sindaco Emanuele Moggia – dopo quanto vissuto ieri la speranza di rivederlo vivo erano calate". Anche  Piazza Armerina, in Sicilia, è festa per i cari di Filippo Calcagno: "Sono felice – dice la moglie Concetta Arena – e devo ringraziare chi ha permesso questo. La mia è stata una notte insonne al pensiero che anche mio marito potesse fare la fine degli altri due suoi colleghi".

UPDATE ore 12.30 – Stando a quanto riferisce il sito di informazioni Akhbar Libya, nel momento della loro liberazione da parte delle milizie di Sabrata, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno si trovavano in un appartamento che era controllato da un gruppo di uomini dell'Isis. Anche la pagina Facebook del gruppo libico Febbraio al Ajilat-2, la stessa che giovedì ha pubblicato le fotografie dei corpi di Fausto Piano e Salvatore Failla, ha confermato che i due italiani sono stati liberati grazie a un "efferato blitz in un covo di Daesh".

Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, i due lavoratori della Bonatti che erano stati rapiti nel luglio scorso in Libia, sono stati liberati. A darne la conferma sono fonti dei servizi segreti che, dopo l'uccisione di Fausto Piano e Salvatore Failla: "È arrivata la notizia anche a me, ma devo ancora confermarla con l'intelligence", ha detto il presidente del Copasir, il senatore della Lega Nord Stefano Stucchi, ai microfoni di Rai News 24. "Avevamo sempre detto che l'importante era riportarli a casa vivi". La conferma della liberazione dei due operai è arrivata anche dai loro familiari: "E' finita, è finita", ha detto il figlio di Pollicardo, Gino junior, raccontando di aver sentito al telefono il padre. I due ostaggi sono in queste ore nelle mani della polizia e verranno presto trasferiti in un'area sicura, da dove poi partiranno per l'Italia.

Pollicardo e Calcagno sono entrambi dipendenti della Bonatti e vennero rapiti nel luglio 2015: il primo ha 55 anni ed è di Monterosso, vicino La Spezia, dove è sposato e vivono i suoi due figli Gino Junior e Jasmine. E' considerato un ottimo tecnico, tanto da essere stato "conteso" da svariate imprese internazionali attive in Libia negli ultimi anni. Filippo Calcagno è invece siciliano, di Piazza Armerina (Enna), ha 65 anni, ed ha girato il mondo come tecnico Eni prima di lavorare per la Bonatti. È sposato e ha due figlie. Ieri si era temuto molto per la loro vita dopo la notizia dell'uccisione dei colleghi Fausto Piano e Salvatore Failla, entrambi morti a Sabrata durante una sparatoria avvenuta a seguito di un blitz anti Isis nell'area. Un uomo libico, testimone dell'irruzione, ha riferito all'Ansa che i due ostaggi uccisi sarebbero stati utilizzati come scudi umani dai miliziani dello Stato Islamico durante il conflitto a fuoco con le forze di sicurezza libiche. Il convoglio su cui viaggiavano gli ostaggi sarebbe stato intercettato e attaccato dai militari che avrebbero ucciso tutti i componenti della colonna.

Gli altri italiani rapiti nel mondo

Con la liberazione di Pollicardo e Calcagno restano ancora due uomini italiani in mano a milizie armate: si tratta di padre Paolo Dall'Oglio, rapito quasi due anni e mezzo fa a Raqqa, roccaforte siriana dello Stato Islamico, e Rolando Del Torchio, ex sacerdote missionario sequestrato nelle Filippine il 7 ottobre dello scorso anno da un gruppo di uomini armati.

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