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Libia: la Nato decide di prorogare la missione di altri 3 mesi

Oggi la Nato ha confermato che la missione in Libia andrà avanti altri 3 mesi. Intanto, nella notte, la capitale Tripoli è stata oggetto di altri bombardamenti.
A cura di Alfonso Biondi
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Guerra in Libia

La Nato resterà in Libia altri 3 mesi. L'Alleanza Atlantica ha deciso che la campagna militare Unified Protector andrà avanti fino alla fine di settembre. Una decisione che era nell'aria e che è stata ufficializzata dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen. La proroga formalmente scatterà il 27 giugno. Sfuma quindi l'ipotesi della cosiddetta "guerra lampo", un'ipotesi che sembrava plausibile quando le potenze occidentali decisero l'inizio delle ostilità. Per Rasmussen l'atteggiamento della Nato è quello giusto: si tratta infatti di una presa di posizione che "invia al regime di Muammar Gheddafi un chiaro messaggio: siamo determinati a proseguire le nostre operazioni per proteggere il popolo libico".

Il segretario generale è parso molto determinato: "La nostra missione invia un messaggio chiaro anche al popolo della Libia: la Nato, i nostri partner, l'intera comunità internazionale sono dalla vostra parte. Rimarremo uniti al fine di garantire che voi libici possiate decidere da soli il vostro futuro"- ha dichiarato.

Ma Gheddafi pare non aver alcuna intenzione di lasciare il Paese, nonostante i suoi fedelissimi- gli ultimi in ordine di tempo sono stati 8 ufficiali- lo stiano abbandonando a poco a poco. Il colonnello s'è rivelato un osso più duro del previsto e i margini per negoziare una sua uscita di scena senza far scorrere altro sangue sono ridottissimi. Neanche l'ultimo tentativo del presidente sudafricano Zuma ha sortito alcun effetto.

Intanto in Libia continuano a cadere le bombe. Secondo l'emittente televisiva Al Jazeera nella notte 6 forti esplosioni si sono registrate nella capitale Tripoli. Gli aerei della coalizione stanno prendendo di mira il centro della città nel quale si concentrano molti obiettivi militari: tra questi un obiettivo sensibile, benché non classificabile come militare, potrebbe essere anche il bunker di Gheddafi nei pressi del quale fu sganciata una bomba lo scorso 28 maggio.

Il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim, citando alcuni dati elaborati dal ministero della salute, ha fatto sapere che nei raid della Nato dal 19 marzo al 26 maggio sono morti 718 civili e altri 4067 sono rimasti feriti. Si tratta- Ibrahim ha tenuto a precisarlo- esclusivamente di civili.

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