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Libia, la bandiera dell’Isis sventola su Sirte

Offensiva dei jihadisti contro le milizie di Misurata, ucciso in un attentato anche il comandante dei servizi segreti militari legato al governo di tripoli.
A cura di Antonio Palma
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L'Isis alla conquista della Libia. Il sedicente Stato islamico infatti continua a guadagnare terreno nel Paese nordafricano, insinuandosi nella guerra civile tra fazioni in atto da tempo. In particolare i jihadisti dell'Isis sono arrivati a Sirte, a 433 chilometri dalla capitale Tripoli prendendo il controllo di alcune zone nevralgiche della città. Secondo alcune testimonianze raccolte dall'agenzia di stampa Ansa, i gruppi locali riconosciuti dal sedicente stato islamico avrebbero installato diversi checkpoint sulle principali strade di accesso alla città chiedendo documenti a chiunque si avvicini. Del resto già alcuni giorni fa alcune milizie Isis provenienti dal Sudan avevano invaso la città ormai abbandonata dalle milizie di Misurata inscenando una sorta di parata militare. Al momento, come racconta l'emittente televisiva araba al Arabiya, lo Stato islamico ha issato la sua bandiera nera su tutti i palazzi del governo ancora in piedi e sul punto più alto della città.

Da tempo l'intera area è teatro di sanguinosi scontri tra le varie milizie che si contendono il territorio libico dopo la cacciata e l'uccisione di Gheddafi. L'Isis in particolare avrebbe scatenato una violenta offensiva contro le truppe della coalizione di miliziani filoislamici di Misurata che ha il controllo del parlamento e del governo di Tripoli e si oppone a sua volta al governo insediatosi a Tobruk, l'unico riconosciuto a livello internazionale. Gli uomini dell'Isis sono ritenuti responsabili anche dell'attentato davanti a una moschea a Misurata, dove è rimasto ucciso il comandante dei servizi segreti militari, il colonnello Taher Al-Wesh. L'ordigno sarebbe stato piazzato sotto la vettura del colonnello parcheggiata davanti alla moschea.

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