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Libia, l’Isis massacra 22 pazienti ricoverati in ospedale poi incendia l’edificio

I miliziani dello Stato Islamico hanno compiuto una carneficina nell’ospedale di Sirte, città in cui da giorni i civili si sono organizzati contro gli jihadisti.
A cura di Davide Falcioni
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Tragedia a Sirte, la città libica dove da alcuni giorni guerriglieri salafiti e civili stanno tentando una strenua resistenza contro lo Stato Islamico. Nella giornata di ieri i miliziani dell'Isis hanno massacrato 22 pazienti ricoverati in un ospedale, qindi hanno incendiato l'intera struttura rendendola inagibile. A dare a notizia è stato il quotidiano tunisino Al Wasat, mentre Al Arabiya ha confermato aggiungendo che altre 106 persone della tribù Ferjani sono state uccise nel corso degli scontri tra gli abitanti e i combattenti del califfato, che circondano la città da più di 4 giorni.

La situazione nella città è da giorni estremamente tesa. La rivolta dei civili di Sirte, spalleggiati dai salafiti, ha provocato centinaia di vittime e convinto il governo islamista di Tripoli ad intervenire per sottrarre agli jihadisti dell'Isis il controllo della città, che diede i natali a Gheddafi. Ieri i miliziani hanno bombardato un sobborgo prendendo di mira a colpi di mortaio l'area residenziale e uccidendo non meno di 30 persone, tutte civili.
La rivolta di Sirte, città che affaccia sul Mediterraneo, aveva avuto inizio lunedì dopo che l'Isis aveva assassinato uno dei leader salafiti, Khaled Ben Rjab. Ai combattenti salafiti si erano quindi uniti decine di civili determinati nel tentativo di cacciare i miliziani dalla città, compensando la sostanziale immobilità tra i due governi che si contendono la Libia.

E' proprio grazie alle divisioni interne al paese che lo Stato Islamico è riuscito a "infiltrarsi", e in questo quadro risulta di fondamentale importanza il lavoro dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, reduce da due giorni di dialogo politico tra le fazioni libiche a Ginevra con l'obiettivo di raggiungere entro l'inizio di settembre un accordo per un governo di unità nazionale, che possa efficacemente arginare l'avanzata degli jihadisti e contemporaneamente fronteggiare le partenze alla volta dell'Europa di migliaia di migranti.

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