Libia, inviato Onu: “Trovato accordo per governo di unità nazionale”
Dopo anni di negoziati e dialoghi la Libia potrebbe dotarsi di un governo di unità nazionale. L'ha comunicato ieri da Skirat, in Marocco, il mediatore Onu Bernardino Leon dopo un'ultima estenuante maratona con i rappresentanti degli esecutivi ora in carica, a Tripoli e a Tobruk , le due grandi città che ospitano i due governi che da tempo si dividono il paese. Il prossimo primo ministro potrebbe però porre fine all'"anomalia libica" restituendo alla nazione un unico governo alla cui guida è stato proposto Fayez Serray, in passato ministro della casa di uno dei governi Gheddafi. Il diplomatico dovrebbe porsi alla guida di un governo di unità nazionale in grado di ripristinare il processo di pace.
Serray sarà coadiuvato da tre vice premier che, insieme a lui, faranno parte del Consiglio di Presidenza, l'organismo sovrano che stabilirà anche chi saranno gli altri ministri. I tre vice presidenti rappresenteranno le principali aree del Paese Ahmed Maetiq (Misurata, membro del Gnc di Tripoli), Moussa Kony (Fezzan, indipendente) e Fatj Majbari (Cirenaica, in buoni rapporti sia con Bengasi che con Ajedabja).
Decisiva la giornata di ieri, quando Leon è riuscito a concludere la trattativa e respingere le richieste della fazione più estremista di Tripoli, che pure nelle scorse settimane aveva accettato la bozza di soluzione offerta dall'inviato delle Nazioni Unite. Leon, tuttavia, ha spiegato che l'accordo era ormai immodificabile: "Quello che posso dirvi è che la nostra impressione è che una grande maggioranza di libici, e questo include una grande maggioranza di Tripoli, è pronta a sostenere una soluzione pacifica, un accordo politico senza modifiche e un governo di unità". Al termine di una giornata in cui non sono mancate forti tensioni Leon ha dichiarato: "Voglio sottolineare il coraggio, la generosità e la creatività da parte di tutti i partecipanti al dialogo libico. La Libia è un grande Paese e questo accordo può funzionare. Questo Paese può affrontare tutte le sfide, umanitarie, sicurezza ed economiche. Per noi è stato un onore lavorare con tutti i libici, non solo quelli presenti qui, ma con tutti". L'inviato dell'Onu ha concluso la fase più importante di negoziazione con le scuse: "Troppi libici hanno perso la vita, troppi bambini e troppe madri sofferto. Secondo le agenzie Onu, 2,4 milioni sono in una grave situazione umanitaria. A tutti loro vanno le nostre scuse per non essere stati capaci di proporre prima questo governo".