Libia, il premier “ostile” lascia Tripoli a Sarraj e al governo sostenuto dall’Onu
Il premier del governo di Salvezza nazionale, Khalifa Ghwell, ostile al governo unitario di Fayez Sarraj, appoggiato dall'Onu e arrivato a Tripoli via mare due giorni fa, "ha lasciato Tripoli". Secondo un sito di informazione, il Libya Herald, Ghwell sarebbe tornato a Misurata, sua città natale. Il suo ufficio è stato occupato da forze del comitato di presidenza che hanno sequestrato anche i computer. L'ormai ex premier è stato "sfiduciato" dal consiglio degli anziani di Misurata che lo avrebbero rimosso qualora non avesse lasciato intenzionalmente l'incarico. I poteri sono stati trasmessi al Congresso nazionale libico.
Ha lasciato Tripoli anche uno dei più importanti leader delle milizie locali, Salah Badi, che era in prima fila nelle manifestazioni di protesta contro Fayez Sarraj e il suo governo "benedetto" dall'Onu. Le scuole e gli uffici pubblici di Tripoli continuano a restare chiusi, anche se nella notte non si sono registrati scontri a fuoco in città e Tripoli si è svegliata in una situazione di calma relativa.
Il sostegno del governo Renzi
"Sosteniamo tutti insieme lo sforzo del Governo di al-Sarraj, finalmente a Tripoli". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che e' a Washington per il vertice sul nucleare. Renzi pubblica una foto del suo incontro a Palazzo Chigi con al-Sarraj.
Consensi dalle città costiere
Dieci città costiere libiche, tra le quali Zawiya e Sabrata hanno formalmente rotto l'alleanza con il Congresso di Tripoli (Gnc) e deciso di sostenere il governo di unita' di Fayez al Sarraj. In un comunicato, pubblicato dalla municipalità di Sabrata, i responsabili salutano l'arrivo a Tripoli del consiglio presidenziale libico e fanno appello al nuovo governo perché metta "fine a ogni conflitto armato nel Paese"
La Francia: "Pronti a intervenire"
Il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault ha detto oggi che la comunità internazionale dovrebbe essere pronta a intraprendere un'azione militare in Libia per aiutare il governo di unità di nazionale a contrastare l'espansione dello Stato islamico (Is) nel paese. "Il caos che vi regna oggi favorisce il rapido sviluppo del terrorismo. Si tratta di una minaccia diretta per la regione e per l'Europa", ha aggiunto il capo della diplomazia francese. Ayrault ha spiegato che mentre i terroristi del'Is stanno perdendo terreno in Siria e Iraq grazie all'intervento internazionale, il gruppo sta al contrario guadagnando terreno in Libia. "Dobbiamo essere pronti a rispondere se il governo di unità nazionale di al Sarraj chiederà aiuto, anche sul fronte militare," ha detto il ministro.
Solo il 18% degli italiani favorevole a intervento
Secondo un sondaggio Ixe' per Agora' (Raitre), il 18% degli italiani sarebbe favorevole a un attacco militare alla Libia. All'ipotesi, di cui si parla da tempo, rimane contraria una larga parte della popolazione (74%). Metodologia di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI su un campione casuale probabilistico stratificato di 1.000 soggetti maggiorenni (su 9.629 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni.