Libia: il piano segreto degli Stati Uniti per sconfiggere Gheddafi
La situazione in Libia è sempre più drammatica: nelle ultime ore Mu'ammar Gheddafi ha messo a ferro e fuoco il paese, intensificando gli attacchi contro i ribelli ed ordinando nuovamente i bombardamenti dell'aviazione sulle città in mano agli insorti, causando così altre centinaia di morti. Per questo motivo la comunità internazionale sta cercando una soluzione rapida e condivisa per risolvere la crisi libica che negli ultimi giorni ha assunto i contorni di una vera e propria guerra civile.
Nel tentativo di dare una svolta alla rivolta dei ribelli contro Gheddafi, evitando un coinvolgimento militare diretto, gli Stati Uniti avrebbero studiato un piano segreto per armare i ribelli, secondo quanto informa il quotidiano The Indipendent. Il giornale britannico ha annunciato che gli USA avrebbero chiesto all'Arabia Saudita di aiutare i ribelli libici, evitando così un coinvolgimento diretto che acuirebbe l'odio dei paesi arabi nei confronti dello stato americano, nonostante le armi destinate alle forze antigovernative sarebbero americane ma pagate dai sauditi.
La richiesta fatta al paese arabo però ancora non avrebbe ricevuto risposta, nonostante re Abdullah ( che deve affrontare anche le proteste della popolazione in Arabia Saudita) odi personalmente Gheddafi, che tentò di farlo uccidere cerca una anno fa. The Indipendent precisa, inoltre, che gli aiuti militare potrebbero arrivare ai ribelli di Bengasi nel giro di 48 ore attraverso l'aeroporto della città o una base militare. La richiesta degli Stati Uniti è in linea con gli accordi di cooperazione tra Washington e Riad e, come ricorda il quotidiano, già negli anni 80 l'Arabia Saudita appoggio gli sforzi americani di riarmare la guerriglia afgana antisovietica finanziando i talebani.
I sauditi sanno che i ribelli hanno bisogni di razzi anticarro e di mortai per resistere alla controffensiva delle forze leali di Gheddafi, così come di missili terra-aria per colpire i caccia. L'obiettivo degli aiuti sarebbe quello di far arrivare gli insorti fino alle roccaforti di Gheddafi in Libia occidentale, facendo alleggerire la pressione sugli Stati Uniti e sulla Nato e stabilendo una no-fly zone sulla paese nordafricano.