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Libia: il colonnello Gheddafi in un messaggio audio “Non sono fuggito” (VIDEO)

A 48 ore dalla fine dell’ultimatum per i residenti di Bani Walid, i lealisti presenti ancora nella roccaforte dell’ex rais hanno sferrato nella nottata un attacco alle postazioni dei ribelli presenti all’esterno della città. Intanto, il colonnello Mu’ammar Gheddafi lancia un messaggio audio ad un’emittente siriana in cui afferma di essere ancora in Libia.
A cura di Simona Saviano
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Nuovo messaggio audio del colonnello

Nella giornata di ieri è stato diffuso un nuovo messaggio del colonnello all'emittente tv siriana Al Rai

Muammar Gheddafi

IL MESSAGGIO DEL COLONNELLO – L'ex rais Mu'ammar Gheddafi smentisce le notizie di una sua possibile fuga in Nigeria in un nuovo messaggio audio trasmesso dall'emittente siriana Al Rai, affermando che alla Nato "restano solo la guerra psicologica e le menzogne. Hanno detto negli ultimi giorni di aver visto Gheddafi in un convoglio verso il Niger. Quanti convogli di contrabbandieri e mercanti, persone, transitano ogni giorno nel deserto diretti in Sudan, Ciad, Mali o Algeria. Come se fosse la prima volta che un convoglio attraversa verso il Niger". Gheddafi nega quindi di aver lasciato la Libia, sostenendo invece:

"non abbandonerò mai la terra dei miei antenati"

Nel messaggio Gheddafi promette una resistenza al gruppo degli insorti, che definisce come "un branco di mercenari, teppisti e traditori. Siamo pronti a cominciare la battaglia a Tripoli e in ogni altro luogo. Ci ribelleremo. Tutti questi germi, ratti e "sacchi di merda" non sono libici vista la loro collaborazione con la Nato".

Graffiti in Libia

In questo messaggio, che segue la logica e il trend della sua notoria delirante retorica, Gheddafi ha assicurato che la Nato sarà sconfitta, in virtù del fatto che le risorse materiali di cui l'Alleanza dispone non le permetteranno di continuare l'intervento militare. Dal 23 agosto scorso, quando gli insorti hanno conquistato la sua caserma-bunker di Bāb el ‘Azīzīyah a Tripoli, Gheddafi ha inviato diversi messaggi audio come questo, tutti con lo scopo di incitare alla resistenza; il colonnello invita ancora una volta il "suo" popolo a imbracciare le armi e a combattere contro i ribelli: "a tutti i libici, la terra libica è vostra e voi avete la necessità di difenderla contro tutti coloro che hanno tradito, i cani, quelli che stanno tentando di distruggere il Paese".

L'emittente Al Rai è l'unica tv che trasmette i suoi messaggi ed è di proprietà di un ex deputato sunnita iracheno, Mishan al Joubouri, attualmente residente a Damasco, il quale sostiene il colonnello come simbolo della resistenza contro l'occupazione straniera.

Combattimenti a Bani Walid

Nella notte i lealisti di Gheddafi sferrano un attacco alle postazioni dei ribelli poste all'esterno della città

LA SITUAZIONE A BANI WALID – Nel frattempo i combattimenti sono scoppiati la scorsa notte a Bani Walid. Secondo le fonti dei ribelli nella notte le truppe dei lealisti arroccate all'interno della città hanno teso un'imboscata alle posizioni degli insorti poste al di fuori della città, approfittando dell'estensione dell'ultimatum e dei giorni di negoziati. Migliaia di combattenti appartenenti alle fila dei ribelli rivoluzionari hanno raggiunto Bani Walid a sostegno dei contingenti già presenti nell'area, minacciando la città se i residenti non si arrenderanno entro sabato. Un comandante dei ribelli che segue i negoziati ha affermato che: "ci vorranno altri due-tre giorni prima del nostro ingresso in città: non vogliamo spargimenti di sangue, anche se è vero che i cecchini piazzati sui terrazzi hanno aperto il fuoco sulla nostra delegazione". La fonte conferma che "sicuramente non entreranno in città i rivoluzionari di Misurata. Ci sono ragioni politiche importanti, e non vogliamo che la gente di Bani Walid pensi che la città venga occupata".

IL CARCERE DI ABU SALIM TEATRO DEGLI ORRORI – E' di ieri sera la notizia della confessione da parte di alcuni responsabili del regime di Gheddafi catturati dai ribelli libici, i quali hanno rivelato il luogo dove si troverebbe una fossa comune contenente 1.300 cadaveri appartenenti a prigionieri politici detenuti nel carcere di Abu Salim, a Tripoli. Una strage da sempre denunciata da ONG come Amnesty International e Human Rights Watch. Uno dei responsabili della comunicazione mediatica dei ribelli ha comunicato all'ANSA che "la fossa comune verrà aperta domani o dopodomani" e vorrebbero che siano presenti in quell'occasione anche le ONG sopra citate, insieme alla Croce Rossa Internazionale, così da testimoniare l'evento. Secondo Human Right Watch nel suddetto carcere furono rinchiusi molti oppositori politici del regime e nel 1996 fu il teatro di una repressione di massa (per ordine del colonnello Gheddafi) in cui i detenuti furono uccisi a colpi di kalashnikov e granate.

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