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Libia: i ribelli non vogliono che Saif Gheddafi guidi la transizione

Il Consiglio di Transizione Nazionale, organo dei ribelli, ha fatto sapere di non essere favorevole a una transizione democratica guidata da Saif Al Islam, figlio di Mu’ammar Gheddafi.
A cura di Alfonso Biondi
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Figlio di Gheddafi

I ribelli non vogliono che Saif Al Islam, figlio del colonnello Mu'ammar Gheddafi, guidi la transizione, nonostante nelle ultime ore l'ipotesi paresse molto accreditata. Saif e suo fratello Saadi, infatti, si erano proposti come guida della transizione democratica della Libia, garantendo l'uscita di scena del padre e il cessate il fuoco. Secondo fonti non ufficiali, l'eventualità sarebbe gradita anche al colonnello, ormai sempre più solo contro il suo popolo. I figli di Gheddafi starebbero negoziando questa soluzione con le potenze occidentali, anche se la ferma opposizione del Consiglio di transizione nazionale, l'organo cui fanno riferimento i ribelli, rappresenta un freno importante alla trattativa. Il Consiglio, secondo fonti diplomatiche, si è schierato decisamente contro qualsiasi ruolo politico della famiglia Gheddafi nel futuro della Libia.

Nonostante la guerra vada avanti- ieri le truppe di Gheddafi hanno bombardato Misurata e Brega– il colonnello pare aver capito di trovarsi in una posizione "scomoda" e sta cercando di negoziare nella maniera più vantaggiosa possibile la sua uscita di scena dal conflitto. Oggi, infatti, è atteso a Malta Abdelati Al-Obeidi, successore del Ministro degli Esteri  Musa Kusa che era fuggito a Londra quattro giorni fa. Al-Obeidi, dopo aver già avviato i contatti con il premier greco Georges Papandreou e il premier turco Erdogan, incontrerà il premier maltese Lawrence Gonzi. L'obiettivo è quello di ottenere la collaborazione delle 3 nazioni (Malta, Turchia e Grecia) affinché possano mediare tra il Governo di Tripoli e l'Unione Europea.

Sul fronte italiano, il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha fatto sapere che l'Italia riconoscerà "il Consiglio Nazionale di Transizione libico come unico interlocutore legittimo della Libia per le relazioni bilaterali". E il riconoscimento avverrà in maniera formale, così come ha dichiarato lo stesso Ministro al responsabile per la politica estera del Consiglio Nazionale di Transizione libico Ali al Isawi, oggi in visita a Roma. Frattini non ha escluso l'ipotesi di fornire armi ai ribelli.

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