Libia, Gheddafi non si arrende ma il popolo libera una città dopo l’altra
Il regime libico del dittatore Mu'ammar Gheddafi si sta sgretolando ora dopo ora perdendo sia il supporto di molti fedeli collaboratori sia il controllo di molte grande città a favore della rivolta popolare della Libia. L'ultima è stata Zuara, a solo 120 chilometri all'est di Tripoli dove, secondo alcuni lavoratori egiziani, le milizie dell'opposizione hanno preso il controllo della città.
Altre fonti informative hanno confermato che ci sono stati attacchi degli oppositori a solo 50 chilometri della capitale, dove presumibilmente Gheddafi si nasconde in un bunker insieme ad un gruppo di militari fedeli al regime. Il dittatore ha perso anche il controllo di Bengasi (la città che ha dato inizio alle proteste), Derna, Tobruk e Misurata. Infatti mentre a Tripoli si combatte e Gheddafi resiste trincerato nei palazzi del regime, più a Est la popolazione ha iniziato già a festeggiare la liberazione.
La strada che porta da Tobruk a Bengasi, quasi 500 cilometri, sembra tranquilla, i benzinai sono aperti, ed i militari passati dalla parte dei manifestanti controllano i villaggi che si trovano lungo il tragitto. Non si registrano attacchi nè posti di blocco, ma sono evidenti i segni della dura battaglia che ha coinvolto la città, l'epicentro dei primi giorni di protesta contro il regime. Dalle caserme di polizia alle banche non c'è un edificio pubblico che non porti i segni degli scontri o che non sia stato saccheggiato.
La situazione è apparentemente più tranquilla ma è ancora tanta la paura e la rabbia contro Gheddafi ed anche contro l'Europa, Italia in testa, accusata di essere rimasta in silenzio contro i crimini di questo dittatore crudele che, pur di restare al potere, ha bombardato il suo stesso popolo. Intanto, secondo la televisione Al Jazeera, Gheddafi potrebbe entro breve rivolgersi al popolo libico in quello che sarebbe il suo terzo messaggio e nel quale "annuncerà che non ha nessuna intenzione di lasciare il potere e che risponderà alla violenza mostrata contro di lui e contro la rivoluzione". Infatti, proprio in queste ore migliaia di mercenari africani si stanno recando a Tripoli per portare rinforzi al leader libico, che ha si dichiarato di essere pronto a morire come un martire ma che ancora si nasconde in qualche bunker segreto della capitale.