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Libia: fosse comuni per i morti durante gli scontri anti-Gheddafi

Tripoli è un cimitero difeso dagli ultimi 5 mila militari fedeli a Muammar Gheddafi, mentre i morti delle proteste vengono seppelliti in fosse comuni improvvisate sulle spiagge del paese. Migliaia di libici, uomini donne e bambini, caduti durante le violenti proteste contro il regime del Colonnello.
A cura di Alessio Viscardi
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Tripoli è un cimitero difeso dagli ultimi 5 mila militari fedeli a Muammar Gheddafi, mentre i morti delle proteste vengono seppelliti in fosse comuni improvvisate sulle spiagge del paese. Migliaia di libici, uomini donne e bambini, caduti durante le violenti proteste contro il regime del Colonnello. Fonti arabe parlano di 10 mila morti e oltre 50 mila feriti, la parola più utilizzata per definire questa strage è “genocidio”. Un video gira in rete, mostra come vengono seppelliti i caduti: fosse comuni, riempite di fango e cemento, con il nome del morto impresso con le dita sulla nuda terra. È plausibile che di cimiteri improvvisati come questo, ormai, la Libia ne sia piena. Un bagno di sangue senza precedenti nel paese.

Il Colonnello Gheddafi lo aveva promesso nell'ultimo messaggio video: “Schiacceremo i ratti”. Al Zawiya, una città che si era liberata dai soldati del regime e proclamatasi autonoma, è sotto il pesante bombardamento dell'aviazione libica. “Stanno ammazzando i civili scesi in piazza e i medici arrivati per curarli” riporta una testimonianza raccolta dall'Ansa. Il terribile piano di sterminio di Gheddafi continua, assieme alla strategia della tensione petrolifera: l'aviazione potrebbe cominciare a bombardare pozzi di petrolio e gasdotti. C'è chi teme l'utilizzo di bombe biologiche e chimiche contro la popolazione.

Intanto, i primi giornalisti penetrano nel paese dal confine liberato con l'Egitto. Il viceministro libico degli Esteri, Khaled Kaim, ha dichiarato che tutti i reporter che entreranno nel paese stanno trattati come collaboratori di al Qaeda e come fuorilegge: “Ci sono dei giornalisti che sono entrati illegalmente e noi li consideriamo ormai come collaboratori di al Qaeda, come dei fuorilegge e non siamo responsabili per la loro sicurezza. E se non si presenteranno alle autorità saranno arrestati”.

La situazione nel paese è simile a quella del Kossovo durante la guerra civile: bande di miliaziani controllano il territorio, compiono razzie e uccidono indiscriminatamente i civili per strada. Sono mercenari provenienti dall'Africa sub-sahariana pagati dal regime di Mouammar Gheddafi per spargere il terrore nel paese. Il Colonnello si prepara alla battaglia finale, assieme ai propri familiari cinti d'assedio nella capitale di Tripoli. Malta e il Libano hanno chiuso le porta agli aerei con i quali due figli di Gheddafi tentavano di uscire dal paese. L'Unione Europea ha fermamente condannato il massacro, mentre il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, mette in guardia sul post-Gheddafi.

https://www.youtube.com/watch?v=1XrCGFfuD0Y
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