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Libia, forze governative entrano a Sirte. Isis in ritirata

Mohamed al Ghasri, generale dell’esercito fedele al governo di unità nazionale: “Sirte sarà liberata nei prossimi giorni, non ci vorranno settimane”.
A cura di Davide Falcioni
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Lo Stato Islamico presto potrebbe essere costretto a ritirarsi da Sirte, sua roccaforte in Libia, grazie all'avanzata delle forze fedeli al governo di unità nazionale che sono riuscite a superare la difesa organizzata dal califfato e a entrare in città con mezzi corazzati e carri armati. Fonti libiche riportano che centinaia di jihadisti sono in fuga, mentre molti sarebbero arrivati a radersi la barba per il timore di essere scoperti. Il  portavoce dell'operazione per la liberazione della città in mano all'Isis, il generale Mohamed al Ghasri, ha confermato all'Ansa: "Sirte sarà liberata nei prossimi giorni, non ci vorranno settimane". L'ufficiale ha aggiunto che le "milizie si stanno scontrando violentemente con i terroristi", mentre "i cecchini di Daesh sparano dai tetti". La "situazione è difficile", ha ammesso, poiché solo una parte dei combattenti dell'Isis sono fuggiti, mentre gli altri stanno opponendo una strenua resistenza e si sono asserragliati nella sala Congressi Ouagadougou", il loro quartiere generale". "L'area dove si trova la sala conferenza Ouagadougou a Sirte – ha aggiunto al Ghasri – è una zona di violenti combattimenti. I terroristi sono dentro la struttura e si sta cercando di penetrare all'interno per liberarla".

Guerra all'Isis: gli USA inviano nuova portaerei nel Mar Mediterraneo

Ma l'offensiva contro lo Stato Islamico prosegue anche in Siria e Ira: è di ieri infatti la notizia che gli Stati Uniti hanno deciso di inviare una seconda portaerei, la USS Harry Truman, nel Mar Mediterraneo, malgrado da tempo ci sia già la USS Dwight Eisenhower. E' la prima volta da 13 anni a questa parte, ovvero dall'invasione in Iraq del 2003, che non si registrava una presenza navale statunitense così massiccia. La nuova portaerei servirà da base di lancio per i caccia impegnati nei bombardamenti contro obiettivi dell'Isis in Iraq e Siria.

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