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Libia, continuano i raid su Tripoli: 3 morti e oltre 150 feriti

Raid aereo vicino al bunker di Gheddafi: tre morti e 150 feriti. La Nato afferma che le incursioni avevano come obiettivo un deposito di veicoli utilizzati dal regime per “condurre attacchi su civili”.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Raid su Tripoli

Tre morti e 150 feriti: questo il bilancio, secondo il governo libico, dell'attacco che questa notte ha colpito la capitale Tripoli, ad opera dell'Alleanza Atlantica. La zona particolarmente colpita dai bombardamenti aerei è stata Bab Al-Aziziyah, che dista circa 1,5 km dal luogo dove si troverebbe il bunker di Gheddafi. Sempre ieri, prima dei bombardamenti,  è stato reso noto che Francia e Gran Bretagna invieranno in Libia elicotteri dotati di maggiore precisione, per facilitare gli attacchi al suolo.

Secondo la stampa straniera presente a Tripoli, i raid della scorsa notte sono stati i più intensi dall'inizio delle operazioni della Nato, il 19 marzo. I bombardamenti sono durati più di 20 minuti e sono state udite più di 15 esplosioni, alcune delle quali molto vicine al Rixos, l'albergo "quartier generale" dei giornalisti stranieri accreditati.

Il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, ha affermato che le incursioni della Nato avevano come obiettivo una caserma della guardia popolare, che in quel momento era vuota e la maggioranza delle vittime sarebbero "civili che abitavano nelle vicinanze". Un comunicato dell'Alleanza Atlantica dichiara invece che bombardamenti hanno colpito un deposito di veicoli utilizzati dal regime per «condurre attacchi sui civili».

Il raid di ieri sera fa parte dell'operazione contro il regime di Gheddafi, guidata dalla Nato (con l'appoggio delle Nazioni Unite) e sempre in conformità alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, approvata il 17 marzo, che stabilisce una no-fly zone, invoca un cessate il fuoco, uno stop alle incursioni a danno dei civili, il rispetto per i diritti umani e un impegno per soddisfare le aspirazioni del popolo libico.

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