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Libia, continuano i combattimenti: i ribelli controllano Misurata e abbattono due elicotteri

Continuano gli scontri tra le forze antigovernative ed i lealisti di Gheddafi. I ribelli, che da poche ore controllano la terza città del paese, Misurata, hanno abbattutto due elicotteri militari.
A cura di Cristian Basile
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proteste misurata

Resta assolutamente incerta e critica la situazione in Libia. Le forze ribelli sono sempre più vicine a completare il controllo della città e dell'aeroporto di Misurata, terza città del paese a 210 chilometri da Tripoli, dopo uno scontro con i sostenitori del leader, Mu'ammar Gheddafi, guidati da uno dei figli del dittatore, Jamis. Gheddafi. Tuttavia i combattimenti continuano e, secondo quanto informano alcuni testimoni, i ribelli sono riusciti ad abbattere due elicotteri delle forze leali di Gheddafi nei dintorni di Misurata, come ha raccontato anche l'avvocato Abdel Baset Merziq alla televisione araba Al Arabiya.

Merziq ha spiegato che il primo elicottero è stato abbattuto prima che aprisse il fuoco, mentre il secondo è riuscito a lanciare tre missili, che non hanno causato vittime, prima di essere abbattuto dalle batterie antiaeree dei ribelli che controllano la città. L'avvocato, che è anche membro del comitato rivoluzionario di Misurata, ha affermato che i due velivoli cercavano di bombardare la sede della radio locale, utilizzata dalle forze anti-governative per diffondere tra le gente messaggi d'incoraggiamento contro il dittatore Gheddafi indicando anche che le forze leali a Gheddafi, che si trovano nei dintorni della città, non esitano a sparare su civili inermi ed hanno provocato oggi la morte di una persona ed il ferimento di numerose altre.

Intanto gli oppositori, dopo aver formato un Consiglio nazionale di transizione libico a Bengasi, si stanno muovendo verso ovest per arrivare a Tripoli ed unirsi alle forze contrarie a Gheddafi per poi lanciare quello che sarà l'assalto finale alla capitale. Nel paese, già funestato dalle morte di quasi 10.000 persone, è in corso una tragedia nella tragedia: molte organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato l'allarme sulle sorte di migliaia di africani sub-sahariani presenti in Libia, attaccati violentemente dai rivoltosi perché sospettati di essere mercenari al soldo di Gheddafi.

Secondo quanto hanno raccontato numerosi testimoni al tv araba Al Jazeera, moltissimi lavoratori africani, completamente estranei alla repressione messa in atto da Gheddafi, sarebbero essere stati uccisi, mentre molti altri si stanno nascondendo per sfuggire a quella che è diventata tra i ribelli la "caccia al mercenario africano".

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