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Libia, Berlusconi: “Attenzione al post-Gheddafi”

Mentre in Libia continua la brutale repressione di Gheddafi, Berlusconi, che aveva ieri ha condannato le violenze dell’ormai ex-amico libico, oggi si è dichiarato preoccuparo per il rischio fondamentalismo. Il ministro degli Esteri Frattini ha chiesto unità in parlamento.
A cura di Cristian Basile
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berlusconi e gheddafi

Silvio Berlusconi, dopo giorni di criticato silenzio e cautela nei confronti dell'amico Gheddafi, ieri ha dichiarato "inaccettabili" le violenze compiute dal regime contro la popolazione ed oggi è tornato a parlare della crisi in Libia intervenendo agli Stati generali di Roma Capitale per ribadire che c'è, nel paese nordafricano un rischio "fondamentalismo".

Il Presidente del Consiglio ha affermato: "Prendiamo atto con grande piacere che il vento della democrazia è soffiato in quei Paesi. Tanti giovani vogliono entrare nella modernità e armati del loro coraggio e di internet hanno dato via ai sommovimenti. Facciamo attenzione che non ci siano violenze ingiustificate e derive che recepiscano il fondamentalismo islamico". Berlusconi si è poi dichiarato in accordo con gli altri leader europei e americani: "Non vorremmo evolvesse – ha detto Berlusconi – in una situazione pericolosa verso la deriva del fondamentalismo islamico" ribadendo il suo categorico "no alle violenze" specificando anche che l'attenzione verso i paesi interessati dalle rivolte dovrà restare alta per "mille motivi e anche perchè sono importanti fornitori di energia".

Intanto stamattina, il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha spiegato alla Camera che le 1.000 persone morte, dopo i bombardamenti ordinati da Gheddafi, sono un bilancio "verosimile" ribadendo che nonostante i rapporti con la Libia "C'è un limite e di fronte a quello che sta accadendo non possiamo non levare la nostra voce" ricordando a chi critica Berlusconi per l'amicizia con Gheddafi, che con la Libia "che occupa una posizione strategica nel Mediterraneo" l'Italia "ha seguito una linea di continuità dagli inizi degli anni '90, con i governi Dini, D'Alema, Prodi e Berlusconi".

Infine dopo aver giudicato la situazione in "gravissima" soprattutto dopo l'incitamento alla violenza di Gheddafi nel messaggio televisivo di ieri che potrebbe provocare un "tragico bagno di sangue", ha avanzato la proposta di "una consultazione permanente di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che si renderanno disponibili".

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