"Non credo che ci saranno difficoltà, ho già dichiarato che trovo questa presa di posizione più che ragionevole […] insomma, si potrà approvarla o modificarla in parte, ma trovo il senso della mozione proposta dalla Lega più che condivisibile". Con queste parole Silvio Berlusconi, nel giorno dell'udienza del processo Mediatrade, butta acqua sul fuoco della polemica politica e lancia un chiaro segnale di distensione agli alleati della Lega Nord. In effetti, dopo l'aut aut di Bossi al Governo, le voci di un imminente chiarimento fra le due anime della maggioranza parlamentare si erano fatte sempre più insistenti ed in tal senso la "disponibilità" manifestata dal Presidente del Consiglio spiana ora la strada ad una rapida ed indolore ricomposizione della frattura.
Una divergenza certamente sostanziale nel merito della questione, ma con ogni probabilità ininfluente per la stabilità del Governo, con le minacce ed i proclami della Lega che fin da subito sono apparsi come un (poco) velato richiamo alla base elettorale in vista delle impegnative amministrative 2011. Insomma, in buona sostanza, le divergenze in tema di politica estera difficilmente provocheranno "grane parlamentari", anche in considerazione del fatto che la stessa opposizione non è riuscita a trovare una linea comune e presenterà ben 3 mozioni diverse alle Camere. Tornando nel merito comunque, mentre il Governo sembra orientato ad accogliere la proposta leghista di non aumentare la pressione tributaria per finanziare la missione in Libia, uno dei punti su cui ancora si lavora per la "convergenza" fra Pdl e Lega è certamente quello relativo alla durata della missione militare italiana.
Una delle ipotesi è quella che prevede l'approvazione di un emendamento che imponga la convocazione "periodica" delle Commissioni esteri e difesa (o dell'intero Parlamento) per ridefinire le linee di intervento e fare il punto della situazione: una scelta che di fatto darebbe "respiro" al Presidente del Consiglio e rimanderebbe a dopo le elezioni il chiarimento definitivo. Insomma, un modo per prendere tempo, garantendo agli alleati appoggio militare e alla Lega quella "visibilità" elettorale che potrebbe risultare determinante per l'esito della consultazione del 15 e 16 maggio.