Libia, Bashagha eletto nuovo premier da Parlamento: cosa significa per la stabilità del Mediterraneo
Non c'è pace per la Libia. Dopo gli anni di contrasto tra il generale Haftar e il governo di unità nazionale guidato da Fayez al-Sarraj, torna lo scontro tra Tripolitania e Cirenaica, che stanno per avere ancora due governi distinti. Il processo di pacificazione che questo autunno aveva portato all'unico esecutivo retto da Abdel Hamid Dbeibah sembra essersi arenato: la Camera dei rappresentanti di Tobruk ha infatti votato l’ex ministro Fathi Bashaga come nuovo premier. Una decisione annunciata da giorni, dopo la sfiducia dei deputati al premier di Tripoli, e velocizzata dal ritiro improvviso dell'unico concorrente di Bashaga, Khaled Al-Bibas (che però ha negato il passo indietro). Ma la mossa non è riconosciuta da Dbeibah, che si è detto pronto a continuare a lavorare e ha dalla sua l’Alto Consiglio di Stato della Libia, una sorta di "Senato libico" con sede a Tripoli.
Che la situazione sia esplosiva lo dimostra quanto accaduto stamattina, quando Dbeibah è sfuggito a un attentato, con un commando di sconosciuti che ha aperto il fuoco contro il convoglio della sua auto mentre tornava a casa. Alcuni proiettili hanno anche colpito la macchina, ma senza riuscire a ferire il premier, poi il gruppo è scappato.
Si allontana, dunque, la speranza di vedere finalmente svolgersi delle elezioni libere e democratiche nel Paese, con la diplomazia italiana che si era mossa molto in autunno con l'obiettivo di arrivare a questo risultato entro la fine dello scorso anno. In primis per creare un Paese sicuro che possa gestire meglio il fenomeno migratorio.
A dicembre, però, l’Alta Commissione libica per le elezioni ha rinviato la chiamata alle urne di almeno un mese. I motivi sarebbero stati l'impossibilità di analizzare in tempo le migliaia di candidature ricevute e la mancanza di un accordo su una legge elettorale tra tutte le aree del Paese, da tempo spaccato in fazioni contrapposte.
Libia, la pacificazione e la stabilità sono sempre più lontane
Mentre si attendevano novità sulla data del voto, è arrivata la notizia dell'elezione di Fathi Bashaga dal Parlamento di Tobruk. Di certo la formazione dei due governi non aiuta e anzi rischia di far fare alla Libia un grande passo indietro. Il nuovo premier ha due settimane di tempo per creare la sua squadra di governo, a cui servirà un voto di fiducia.
Da quel momento in poi scatteranno 14 mesi entro cui si dovrebbero tenere le prossime elezioni. Ma è chiaro che in presenza di due esecutivi si tratterebbe di un voto monco, che rischia di peggiorare la situazione, facendo scivolare il Paese in una nuova guerra civile a solo un anno dall'approvazione del cessate il fuoco. «Sconfitti nell’offensiva militare di due anni fa – ha attaccato Ashraf Shah, ex consigliere dell’Alto Consiglio di Stato libico- Saleh e Khalifa Haftar stanno cercando di entrare a Tripoli con Bashagha. Non sono riusciti a entrare a bordo di un carro armato, provano sulle spalle di Bashagha». Intanto il procuratore capo della Libia ha aperto un’inchiesta sull’attentato a Dbeibah, con l’accusa di tentato omicidio.
Insomma, la situazione in Libia continua ad essere instabile e precaria. E cosa potrebbe significare questo per il nostro Paese? Un margine più ampio per gli scafisti di portare avanti indisturbati il traffico di uomini, in primis, quindi l'aumento delle partenze e delle pericolose traversate del Mediterraneo verso l'Europa.