Libia, autobomba nel centro di Bengasi: almeno sette vittime
Ancora sangue in Libia dove nelle scorse ore una potente esplosione ha squassato il centro della città costiera di Bengasi, facendo almeno 7 morti oltre a decine di feriti tra cui alcuni in gravi condizioni. La potente esplosione sarebbe stata provocata da un'autobomba piazzata vicino all'hotel Tibesti: il più grande della città situato in una zona molto affollata, soprattutto durante il mese del Ramadam, sintomo che gli attentatori volevano fare il massimo numero di morti possibili puntando nel mucchio. Secondo quanto comunicato dalle autorità locali, infatti, tutte le vittime sono civili compresi i circa venti feriti trasportati in ospedale. Al momento non ci sono rivendicazioni del gesto ma secondo le forze dell'ordine della città, l'attacco sarebbe opera di cellule terroristiche dormienti con l'intento di segnalare che Bengasi, controllata dall'Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Hafthar, non è sicura.
La seconda città della Libia che è stata al centro di una lunga battaglia armata tra fazioni rivali dopo la caduta di Gheddafi, ora sembra essere saldamente in mano agli uomini Khalifa Hafthar che nel luglio dello scorso anno avevano annunciato la sua totale liberazione dagli jihadisti affiliati all'Isis. In realtà però gli scontri attorno a Bengasi non son mai completamente finiti e nel frattempo si sono susseguiti attentati mortali con autobombe come quello delle scorse ore. Circa 40 persone ad esempio sono state uccise lo scorso gennaio in seguito ad un doppio attacco con autobomba davanti ad una moschea. A febbraio invece un altro attentato aveva fatto una vittima e oltre 150 feriti. Di pochi giorni fa invece la notizia ufficiale che il generale Khalifa Haftar aveva deciso di contrattaccare dando il via a un'operazione militare per "liberare" dai terroristi la località di Derna, in mano ai gruppi jihadisti dal 2011. "È scoccata l'ora zero per la liberazione di Derna", aveva detto Haftar, precisando che le sue forze hanno iniziato a bombardare le posizioni delle milizie jihadiste all'interno della città, un migliaio di chilometri ad est di Tripoli.