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Libia, attentato in una scuola di polizia: almeno 70 morti, centinaia i feriti

Un camion imbottito di esplosivo ha sfondato la recinzione di una scuola di addestramento per poliziotti in una città costiera a 150 chilometri da Tripoli.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 13.15 – Come previsto si aggrava di ora in ora il bilancio dell'attentato terroristico compiuto questa mattina in Libia: i morti sono infatti almeno settanta, tutti allievi di una scuola di polizia, mentre i feriti sono almeno 100, molti dei quali versano in gravissime condizioni. L'attaco è avvenuto mentre centinaia di reclute erano radunate per la cerimonia di consegna dei diplomi. Lo Stato Islamico ha rivendicato l'attentato kamikaze attraverso la "vicina" agenzia Amaq, che afferma che l'attentato è stato messo a segno "da uno degli eroi dell'Is a Zliten". Il ministro della Salute libico ha proclamato lo stato d'emergenza chiedendo a tutti gli ospedali di aiutare nel trattamento dei feriti in arrivo.

UPDATE ore 11.15 – Secondo alcune fonti i morti sarebbero almeno quaranta, mentre altre parlano di quindici.

E' di almeno 50 morti il bilancio di un terribile attentato realizzato questa mattina nella città costiera libica di Zliten, a circa 150 chilometri di distanza dalla capitale, Tripoli. Stando a quanto riferito dalle autorità locali un camion imbottito di esplosivo si è lanciato ad alta velocità verso un centro di addestramento di agenti di polizia, riuscendo a sfondare la recinzione a provocare l'esplosione. Le vittime sono decine (le prime fonti parlando di almeno 50), così come i feriti. L'attentato terroristico non è stato al momento rivendicato da nessun gruppo terroristico.

La Libia è precipitata nel caos da quando, nel 2011, alcuni paesi occidentali (tra i quali anche l'Italia) hanno deciso di rimuovere il presidente Gheddafi con una campagna militare. Il paese, ricchissimo di petrolio e strategico in tutta l'area del nord Africa, è da allora precipitato nel caos: due parlamenti, rivali, si contendono il potere, ciascuno sostenuto da milizie armate. Nel frattempo anche lo Stato Islamico è riuscito ad approfittare della confusione per stabilire dei punti d'appoggio nel paese. E' stata proprio l'avanzata di Daesh a spronare i politici libici a trovare, con il supporto dell'Onu, un accordo per un governo di unità nazionale lo scorso mese. Il negoziato si è concluso positivamente – secondo i principali osservatori occidentali – ma ha tenuto fuori dagli accordi influenti parti politiche.

Il Governo di Unità Nazionale libico è ora composto dal primo ministro Serraj, da un Consiglio di presidenza, formato dal premier, da cinque vice-premier e tre ministri e con la funzione di comando delle forze armate, e infine dal Consiglio dei ministri – composto da altri otto ministri – che svolgeranno le funzioni spettanti a un esecutivo. Il governo dovrebbe essere affiancato da Consiglio di Stato e Camera dei Rappresentanti, e su di esso vigileranno gli osservatori dell'Onu.

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