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Libia, 120 morti. Gheddafi cerca di zittire le proteste: internet bloccato

Situazione drammatica in Libia. Continuano le proteste in tutto il paese e la dura repressione del regime ha già provocato più di 100 morti. Gheddafi cerca di sedare le proteste e blocca internet.
A cura di Cristian Basile
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Le proteste contro Gheddafi, hanno causato fino ad oggi almeno 84 morti negli scontri che da alcuni giorni stanno sconvolgendo l'est del paese, a causa della repressione violenta decisa dal dittatore libico. E' questa la stima stilata dall'organizzazione non governativa Human Rights Watch secondo la quale la maggior parte dei morti sarebbero stati uccisi da cecchini della forze di sicurezza. ‘‘Ieri – si legge in una nota dell'organizzazione – migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Bengasi, Al Beida, Ajdabiya, Zawiya e Derna, dopo i violenti attacchi contro le proteste pacifiche che il giorno prima avevano causato la morte di 20 persone a Bengasi, 23 ad Al Beida, tre a Ajdabiya e tre nel Derna".

La situazione è drammatica, si teme una guerra civile e come comunicato dalla tv araba Al Jazeera il bilancio dei morti sarebbe ben più grave e salito a 120 morti, tanto che veri e proprio obitori d'emergenza sono stati organizzati per le strade delle città e la popolazione è stata esortata a donare sangue. La repressione del regime continua, intanto, con la consueta ferocia.

E' di oggi la notizia di un'altra mossa del regime per cercare di placare le rivolte: l'interruzione della rete internet. Infatti la rete, dopo aver già permesso ai manifestanti egiziani e tunisini di organizzarsi per le proteste contro i rispettivi dittatori, è vista come una grave minaccia da Gheddafi e dai suoi collaboratori. A comunicarlo è stata un'altra emittente araba, al Arabiya che ha anche precisato che a Bengasi, epicentro della rivolta, molti poliziotti e militari si sarebbero schierati al fianco dei manifestanti tanto da portare il governo di Tripoli a inviare unità speciali in città per sedare la rivolta. Secondo la BBC, l'imam di una moschea di Bengasi ha denunciato ad al-Jazeera la dura repressione delle forze di sicurezza libiche e delle bande che sostengono il regime di Gheddafi, confermando addirittura che il regime ha assoldato dei mercenari per attaccare i manifestanti.

Dopo la fuga di Ben Ali e le dimissioni di Mubarak il prossimo dittatore a capitolare potrebbe essere proprio Gheddafi, travolto anch'egli dal desiderio irrefrenabile di libertà e democrazia del suo popolo.

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