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Conflitto Israelo-Palestinese

Israele lancia una nuova ondata di attacchi in Libano. Uccisi anche centinaia di rifugiati siriani

L’aviazione israeliana ha lanciato una nuova ondata di attacchi in Libano. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani tra le vittime dei raid ci sono anche centinaia di profughi fuggiti dalla guerra in Siria.
A cura di Davide Falcioni
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Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno lanciato una nuova ondata di attacchi aerei in Libano. "I caccia dell'Aeronautica militare hanno recentemente attaccato le infrastrutture al confine tra Siria e Libano, che vengono utilizzate dall'organizzazione terroristica Hezbollah per trasferire armi dal territorio siriano a Hezbollah in Libano", si legge in una nota.

In realtà, tuttavia, i raid non stanno prendendo di mira solo target militari. Come spiega l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani "sono oltre 100, tra cui 23 donne e 32 minori, i rifugiati siriani che sono stati uccisi da quando si sono intensificati i bombardamenti israeliani sul Libano". Secondo l'Osservatorio, questi rifugiati hanno davanti a loro scelte molto difficili: restare in Libano sotto il  fuoco israeliano o tornare nelle aree controllate dal regime siriano, dove rischiano l'arresto. Si stima che 1,5 milioni di rifugiati siriani vivano attualmente in  Libano, la maggior parte in condizioni complicate. Già molti di loro  sono senza casa a causa dell'aumento del costo della vita, ma ora a  seguito dell'ondata di attacchi ancora di più ora sono costretti a  dormire nei parchi o per strada.

USA, UE e Paesi arabi chiedono tregua di 21 giorni

Ieri gli Stati Uniti e l'UE hanno chiesto un cessate il fuoco temporaneo in Libano tra Israele e Hezbollah: la pausa dei combattimenti, di 21 giorni, dovrebbe "dare spazio alla diplomazia di concludere un accordo diplomatico" che includa anche una tregua nella Striscia di Gaza. Il documento, firmato da USA, Australia, Canada, Unione Europea, Francia, Germania, Italia, Giappone, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Qatar, afferma che le ostilità in corso sono "intollerabili" e presentano un "rischio inaccettabile di una più ampia escalation regionale" che non è nell'interesse né del popolo di Israele né di quello del Libano.

Secondo il leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid, "Israele dovrebbe accettare la proposta di cessate il fuoco di Biden e Macron, ma solo per sette giorni, per non permettere a Hezbollah di ricostruire i suoi sistemi di comando e controllo. Non accetteremo alcuna proposta che non includa l'allontanamento di Hezbollah dal nostro confine settentrionale", ha aggiunto.

L'ipotesi di un'accettazione della proposta di tregua da parte di Israele è stata però tempestivamente negata dal governo di Tel Aviv: "La notizia riguardante un cessate il fuoco è errata, il primo ministro Benyamin Netanyahu non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito all'annuncio". Il premier, al contrario, ha dato ordini all'esercito a continuare i combattimenti con tutta la forza.

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La dichiarazione congiunta è stata adottata in seguito all'incontro dei leader mondiali presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York dopo il discorso del segretario generale dell'ONU Antonio Guterres il quale, di fronte al Consiglio di Sicurezza, ha detto che il Libano rischia di diventare un'altra Gaza e ha chiesto la fine delle ostilità tra Israele ed Hezbollah. "Diciamo con una sola voce chiara: fermate le uccisioni e la distruzione. Abbassate la retorica e le minacce. Fate un passo indietro dall'orlo del baratro. Una guerra totale deve essere evitata a tutti i costi", ha detto Guterres ai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Vittime anche a Gaza

Mentre si spera che venga raggiunta un'intesa per un cessate il fuoco in Libano e nella Striscia di Gaza Israele continua a bombardare. Secondo il Ministero della Salute di Beirut nella sola giornata di ieri i raid dello stato ebraico hanno causato la morte di almeno 72 persone, con il bilancio delle vittime libanesi che supera quota 620, mentre circa mezzo milione di persone sono state sfollate dalle loro abitazioni. Nel frattempo almeno 53 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza ieri in 24 ore. Una madre e i suoi cinque figli sono morti nel bombardamento di  una casa a nord di Rafah e almeno due persone sono state uccise e  diverse sono rimaste ferite in un raid che ha colpito una tenda nel  campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza. Una persona è stata uccisa e altre sono rimaste ferite in un attacco che ha colpito una casa a Beit Lahiya, nel nord della Striscia.

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